La Nuova Sardegna

Mail e telefonate danno voce al coro di proteste

Mail e telefonate danno voce al coro di proteste

Tempi e modalità dei controlli previsti dalla Regione scatenano il disappunto di tanti viaggiatori

15 settembre 2020
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SASSARI. Il centralino e le caselle di posta elettronica de La Nuova sono stati subissati di proteste e segnalazioni in questi giorni. Ecco una sintesi di alcuni interventi di viaggiatori, turisti e lettori.

Roberto Scatigna: «Sarei dovuto arrivare venerdi sera per una vacanza di un fine settimana. Faccio il test prima di partire e il risultato mi arriva in 48 ore e quindi arriverei in Sardegna con un test scaduto. Sabato mattina dovrei recarmi in un laboratorio in Sardegna per fare il test (aperto al sabato mattina ne ho trovato solo uno) e aspettare il test che mi arriverebbe lunedi, quando praticamente sono già rientrato. E nel frattempo dovrei rimanere confinato in hotel».

Giulia Lazzaro: «Non mi suona strano leggere una simile ordinanza a una settimana dal voto, non ho di che stupirmi. Questa ordinanza va chiaramente a ledere il diritto di voto di tutte le persone che vivendo fuori regione per le più disparate ragioni (lavoro con contratti a termine, studenti fuori sede, ecc) abbiano programmato un rientro rapido soltanto per esercitare il diritto, come la sottoscritta.

Facendo un esempio concreto, dobbiamo forse credere che le Asl locali siano così tempestive da fare un tampone il venerdì sera, (data del mio arrivo) e comunicarne l'esito entro il 21 mattina, ultima data disponibile per esercitare il diritto di voto? L’ordinanza prevede anche che finché non venga fatto il tampone e non si abbia ricevuto l’esito, si debba osservare isolamento fiduciario, e quindi si è impossibilitati anche a recarsi al seggio. Inoltre chi mi garantisce l’esito venga comunicato prima della partenza del mio volo di ritorno, che è prevista per il 22 settembre alle ore 6 del mattino?».

Carlo Collu: «Le conseguenze sono già attuali con disdette che arrivano copiose alle strutture ricettive dell'isola. Questa la comunicazione inviata a un mio amico che attendeva l'arrivo di una coppia: «Dopo le odierne notizie pubblicate dalla Regione su tutti i mezzi di informazione riguardanti nuove norme di controllo, certificazioni, comunicazioni, possibilità di obblighi di tamponi o quarantene ecc. Ho deciso che non verremo in Sardegna anche se gentilmente invitati da amici».

Valeria. «A rigor di logica dovrebbe essere la Regione stessa a dotarsi degli ambulatori-filtro in prossimità dei porti e degli aeroporti ove indirizzare i turisti in arrivo.

E a proprie spese. O no? Io vivo a Bergamo, e qui i turisti provenienti dai paesi a rischio che sbarcano all'aeroporto di Orio al Serio, vengono dirottati all'Ospedale da campo allestito presso la Fiera per eseguire immediatamente detti test, ovviamente a spese della Regione Lombardia».

Paolo Ricciardi. «Si stava registrando nuovamente un piccolo, ma significativo rialzo della domanda estera che faceva presagire una ripresa inattesa per la seconda metà di settembre ed i primi di ottobre. L'uscita dell'ordinanza, dalle email e telefonate immediatamente e puntualmente arrivate, ha immediatamente determinato un "raffreddamento" delle richieste e sta causando ripensamenti a chi invece ha già prenotato la vacanza che auspichiamo non si trasformino in cancellazioni. Mi chiedevo perchè non si è attesa la conclusione della stagione turistica, venti giorni erano sufficienti, per fare uscire un'ordinanza che ora potrà comunque portare effetti negativi».

Marco: «Una regione seria avrebbe prima di tutto predisposto presso gli aeroporti ed i porti dei gazebo per fare i test a tutti gli arrivi, con garanzia di consegna del risultato entro le 24 ore successive (come fatto in altri luoghi di vacanza, esempio in Grecia) . L'obbligo di effettuazione di un test non può ricadere sul cittadino che deve andare a "mendicarlo" da qualche parte, bensì deve essere a carico della regione che lo impone e che quindi deve creare i predisposti affinchè tutto funzioni per il verso giusto».

Ezio Dutto: «Sono di Torino, parto da Genova verso Porto Torres. Fare un decreto il venerdì sera e pretendere che il lunedì si abbia la certificazione è fuori dalla grazia di Dio. Il risultato si può avere dopo dopo 48-72 ore. Come faccio se devo partire lunedì? Un presidente che prende un provvedimento amministrativo così è fuori dal mondo. Capisco che c'è una lotta contro il Governo, ma non si può mettere in ginocchio la Sardegna. Ci facciamo ridere dietro. Se i nostri padri costituenti avessero saputo che le Regioni vengono utilizzate per lotte del genere...»

Mario Eugenio Gelpi. «Sono stato malato a marzo per covid19. Sono guarito e 2 tamponi del 30 e 31 marzo lo confermano. Naturalmente se mi sottoponessi al test sierologico avrei un risultato positivo per quel che riguarda le IgG e un tampone negativo. Dovendo spostarmi 8 volte da Bergamo ad Olbia da ora a dicembre, avrò il problema di fare test sierologici che imporranno il tampone per una cifra che si aggira sulle 130 euro. Per otto volte saranno circa 1000 euro».

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