La Nuova Sardegna

Il ministro Boccia: "Con la Sardegna non c'è stata leale collaborazione"

Il ministro Boccia e il governatore Solinas durante un incontro svoltosi a Cagliari
Il ministro Boccia e il governatore Solinas durante un incontro svoltosi a Cagliari

Il responsabile della sanità: "Ci aspetta un autunno duro ma escludo un lockdown nazionale"

19 settembre 2020
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ROMA. «Sappiamo di andare incontro a un autunno duro. Il lavoro congiunto con le Regioni ci ha fatto rafforzare le reti sanitarie. L'ondata era prevedibile perché quando si torna alla vita a pieno regime il virus circola, ma se tutti rispettano le regole reggeremo, grazie alle reti sanitarie e ai comportamenti di ciascuno». Così il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia sul Corriere della sera in cui fa presente: «Noi non abbiamo mai abbassato la guardia; ci siamo sempre fatti guidare da rigore e prudenza».

«Non abbiamo problemi di tamponi, né di mascherine perché le produciamo in Italia - osserva - le linee guida nazionali vengono rispettate in 19 regioni anche con ottimi risultati, poi la ventesima scrive norme che creano caos. Questo è un errore, deve chiedere l'intervento della Protezione civile».

Sulla Sardegna: «È chiaro che la leale collaborazione non c'è stata, tanto che il Tar ha accolto l'impugnativa del governo sui test». Mentre sul Piemonte: «aveva sottoscritto linee guida condivise. Non è che a scuola non vogliono misurare la febbre ma devi dargli i termoscanner». E allora «se una regione fa di testa propria l'impugnazione delle ordinanze resta un'arma, anche a tutela delle altre 19. Il compito del governo è coordinare il tavolo, altrimenti è una Babele».

Sugli stadi «aspettiamo le valutazioni tecniche e poi anche su questo troveremo soluzioni condivise». «Un lockdown nazionale è da escludere, mentre interventi mirati sui territori sono sempre possibili, in base alla situazione epidemiologica - rileva - ma al momento non vedo situazioni a rischio».

Sul voto alle Regionali e le ripercussioni sul governo «non faccio previsioni, dico solo che veniamo dall'anno più difficile della storia recente del Paese e non avere accanto a noi in campagna elettorale gli altri partiti della maggioranza di governo non è stata una grande mossa». (ANSA).

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