La Nuova Sardegna

Rischio idrogeologico: un piano da 378 milioni con il Recovery fund

Rischio idrogeologico: un piano da 378 milioni con il Recovery fund

La Regione presenta al Ministero dell’Ambiente un programma di 55 interventi. Solinas: occasione unica per sbloccare i cantieri e creare occasioni di lavoro

01 ottobre 2020
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CAGLIARI. Un piano da 55 interventi per una spesa complessiva pari a 378 milioni di euro: un lungo elenco che la Regione ha presentato al Ministero dell’Ambiente. Si tratta del programma di interventi infrastrutturali relativi alla mitigazione del rischio idrogeologico da inserire nel Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, Pnrr, che l’Italia si appresta a definire in previsione dell’attuazione del Recovery Fund. Gli interventi della Regione sono suddivisi per grandi e piccoli Comuni. Rappresentano condizioni vincolanti per accedere ai finanziamenti i termini per l’appalto dei lavori, da effettuarsi entro il 2022 e il completamento delle opere da realizzarsi entro il 2026.

La Regione. «Abbiamo recepito le linee guida per l’elaborazione del Piano, condivise dal Governo con le Regioni, consapevoli di avere davanti una occasione storica, quella di trasformare la crisi che stiamo vivendo in opportunità sfruttando e impiegando al meglio le nuove linee di finanziamento che l’Europa metterà a disposizione dei paesi membri. Si tratta di risorse che possono contribuire a creare sviluppo in Sardegna e combattere piaghe dolorose quali lo spopolamento dei territori e l’esodo giovanile», ha detto il presidente della Regione Christian Solinas. Secondo l’assessore dei Lavori Pubblici Roberto Frongia «le conseguenze economiche della pandemia hanno reso ancora più evidenti le carenze infrastrutturali della Sardegna e reso ancora più urgente il loro superamento. In quest’ottica – continua - abbiamo individuato tutti gli interventi che possono accedere ai finanziamenti europei perché coerenti con gli obiettivi posti in essere da Bruxelles e sulla base di questi abbiamo stilato un piano di intervento in grado di dare sollievo a numerosi Comuni sardi, liberando linee di finanziamento altrimenti occupate e rispondendo alla necessità di sicurezza dei territori più esposti al rischio idrogeologico. La ripresa dell’economia sarda non può prescindere dall’avvio di nuovi cantieri, dallo sblocco di quelli fermi» .

Il piano. Gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico proposti dalla Regione sono suddivisi per “Interventi fondo progettazione”, “Interventi ReNDiS cantierabili 12 mesi”, “Interventi Transizione verde”. Fanno parte dei primi per un importo complessivo di 193.102.127, opere da realizzarsi nei comuni di Tertenia, Bitti, Barisardo, Dorgali nella provincia di Nuoro; Valledoria nella provincia di Sassari; Gonnesa e San Nicolò Gerrei nel Sud Sardegna, Assemini nella Città Metropolitana di Cagliari. Sono compresi nella seconda fascia di interesse (interventi ReNDiS cantierabili in 12 mesi) i lavori a Capoterra di sistemazione idraulica del rio San Gerolamo-Masone Ollastu e di ricostruzione delle opere per un importo pari a 25.792.248. Sono infine compresi nella “transizione verde”, per un importo complessivo di 160.613.288 gli interventi che interessano i Comuni di Orosei, Silanus, Siniscola, Torpè, Lotzorai, Gairo, Tiana, Orgosolo, Dorgali, Nurri, Urzulei, Arzana, Villagrande Strisaili nella provincia di Nuoro e in Ogliastra; Villanovafranca, Carbonia, Vallermosa, Masainas, Segariu, Lunamatrona, Domus de Maria, Furtei nella Provincia del Sud Sardegna; Cagliari-Elmas, Capoterra, Selargius-Quartucciu, Settimo San Pietro-Quartu Sant’Elena- Quartucciu, Quartu Sant’Elena, Villa San Pietro, Capoterra-Assemini nella Città metropolitana di Cagliari; Bosa e Montresta in provincia di Oristano; e infine Tula, Porto Torres, Sassari, Ossi, San Teodoro, Arzachena, Aglientu in provincia di Sassari.

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