La Nuova Sardegna

Finalmente dopo 10 mesi una sepoltura per Speranza

di Luca Fiori
Finalmente dopo 10 mesi una sepoltura per Speranza

Restituita la salma ai genitori: «Ora nostra figlia potrà riposare in pace»

07 ottobre 2020
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ALGHERO. «Finalmente potremo dare una sepoltura a nostra figlia Speranza che ora potrà riposare in pace». È stata restituita ieri mattina ai familiari e ricomposta all’ospedale Marino di Alghero la salma di Speranza Ponti, la 50enne di Uri scomparsa da Alghero il 5 dicembre del 2019 e ritrovata senza vita il 31 gennaio di quest’anno in un campo alla periferia della città catalana.

Distrutti da un dolore troppo grande che hanno affrontato per dieci mesi con dignità riservatezza, Salvatore e Raimonda Ponti, i genitori della donna, che secondo gli inquirenti sarebbe stata uccisa dal fidanzato Massimiliano Farci, hanno rotto il silenzio dopo tanto tempo, ma non sono voluti entrare nel merito della vicenda i cui contorni sono ancora da chiarire.

Dieci mesi di indagini, un’equipe con i maggiori esperti a livello nazionale ingaggiati dalla Procura della Repubblica di Sassari per effettuare - in collaborazione con i carabinieri del Ris di Cagliari - analisi tecnico-scientifiche e accertamenti odontoiatrici ed entomologi non sono bastati infatti per arrivare alla verità.

La causa esatta della morte di Speranza Ponti rimane infatti per gli inquirenti ancora un mistero «per avanzati stati trasformativi del cadavere». Ma ora dopo quasi un anno i parenti della 50enne di Uri, potranno almeno dare una sepoltura alla loro cara e avere una tomba su cui portare un fiore. Domani alle 16 ci sarà l’ultimo saluto nella chiesa di Nostra Signora di Paulis a Uri, il paese in cui vivono i genitori di Speranza.

Alla funzione religiosa, che sarà celebrata dal vescovo della diocesi di Alghero-Bosa monsignor Mauro Maria Morfino e dal parroco di Uri don Gianni Nieddu, saranno ammesse solo 130 persone per via delle restrizioni dovute all’emergenza sanitaria.

La Procura di Sassari intanto si appresta a chiudere le indagini e a chiedere il rinvio a giudizio di Farci (difeso dall’avvocato Daniele Solinas) con l’accusa di omicidio volontario, soppressione di cadavere furto e utilizzo indebito di carta bancomat.

Già condannato all’ergastolo per un altro omicidio commesso nel 1999, Massimiliano Farci, 53 anni di Assemini, secondo il sostituto procuratore Beatrice Giovannetti e gli investigatori del nucleo operativo di Alghero avrebbe infatti ucciso la fidanzata per impossessarsi del suo denaro. Un omicidio che Farci avrebbe commesso colpendo la donna con un oggetto appuntito. Una violenza tale da farle saltare due denti, un incisivo dall’arcata superiore e uno da quella inferiore. Un’ipotesi su cui è stato chiamato a esprimersi anche l’odontologo forense Danilo De Angelis dell’istituto di medicina legale di Milano, incaricato dal procuratore Beatrice Giovannetti di capire se la perdita dei denti della vittima sia dovuta a una causa naturale o per via di un’azione violenta.

L’avanzato stato di decomposizione del cadavere ha reso le indagini lunghe e complesse, ma per gli inquirenti e per i familiari di Speranza, che si costituiranno parte civile nel processo con l’avvocato Stefano Carboni, non ci sono dubbi sul fatto chela donna si stata uccisa.

Al momento dell’arresto, quasi due mesi dopo la scomparsa, Farci aveva detto ai carabinieri di aver trovato la fidanzata impiccata nell’appartamento in cui la coppia viveva ad Alghero e di aver deciso di nascondere il corpo per paura di un non essere creduto. Le prove raccolte contro di lui raccontano un’altra storia.

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