La Nuova Sardegna

Agraria nella sede centrale e due Ipia, in città e a Oschiri Gianluca Corda: «Una grande comunità. Qui si studia tanto» 

Il tris d’assi della formazione con il record di diplomati che trovano subito lavoro

di Paolo Ardovino
Il tris d’assi della formazione con il record di diplomati che trovano subito lavoro

C’è un grande pregiudizio da scrollarsi di dosso, quello di un’istruzione fornita dagli istituti professionali intesa come secondaria, un’alternativa comoda per chi vuol stare alla larga dai tomi di...

15 ottobre 2020
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C’è un grande pregiudizio da scrollarsi di dosso, quello di un’istruzione fornita dagli istituti professionali intesa come secondaria, un’alternativa comoda per chi vuol stare alla larga dai tomi di latino e greco. Non è ovviamente così, e l’Istituto di istruzione superiore “Amsicora” di Olbia lo dimostra coi numeri, che parlano di incremento record di occupazione dei diplomati, e con la volontà, attraverso l’istituzione di nuovi corsi specializzanti e sinergie con aziende della zona.

Dei tre istituti che fanno parte del mondo Amsicora, insieme agli Ipia di Olbia e di Oschiri, c’è la sezione agraria olbiese. Sorta negli anni ’70, all’inizio come sede coordinata dell’agraria di Sassari, conta oggi pochi studenti – poco più di un centinaio – e un grande impegno con le realtà del territorio. Anche nell’ambito del progetto La Nuova@Scuola. «La nostra agraria è la sede che ha partecipato più attivamente – racconta il giovane dirigente scolastico Gianluca Corda, che guida Amsicora dal settembre del 2012 –. Abbiamo accolto l’invito alla serie di iniziative da subito e con favore. Questo perché sono stati proposti incontri con le aziende in ambiti specifici, ricordo il coinvolgimento della Coldiretti e delle cantine Surrau».

Ultimamente, l’Agraria ha visto un ampliamento dell’offerta formativa; si è arrivati al terzo anno del corso di viticoltura e enologia. «Abbiamo scelto di concentrarci su alcune filiere produttive – spiega il dirigente scolastico – visto le caratteristiche del territorio e la grande presenza di aziende in zona».

In parte, ha avuto l’effetto sperato. C’è ancora da combattere – è una sensazione esterna ma confermata dal dirigente – con la crisi generale degli istituti professionali. Che dal canto loro vanno in perfetta controtendenza con la realtà di licei e altri istituti.

Puntualmente, infatti, «la grande domanda di lavoro sul territorio non riesce a trovare una risposta in termini di iscrizioni degli alunni», in sostanza: le imprese chiedono personale alle scuole ma ci sono ancora pochi diplomati. Nella sezione agraria gli alunni non sono tanti, «permette di avere una scuola calata sull’alunno, personalizzare gli apprendimenti. E poi ora ci sono anche molte ragazze», rivela Gianluca Corda, a dispetto della tradizione maschile degli istituti professionali.

Pensare questo tipo di scuole come agglomerati di studenti poco studiosi, gli ultimi della classe dediti per lo più alla manualità, è un'idea da abbattere, sempre seguendo i numeri. Alcuni continuano il proprio percorso all'università, altri stanno cominciando a sfruttare la specializzazione offerta dai corsi. I dati premiano l’istituto Amsicora. Quelli annuali della fondazione Agnelli parlano chiaro: nel 2017 il 37% dei suoi diplomati trovava subito occupazione, lo scorso anno si è arrivati al 55%. L’innovazione è forse il settore su cui si punta maggiormente, lo confermano i 18 progetti europei a cui l’istituto ha partecipato e grazie a cui negli ultimi anni ha ottenuto nuove attrezzature (e macchine agricole all’Agraria) e nuovi laboratori. Ultimo numero: 110. Sono le aziende attualmente convenzionate per le attività di scuola-lavoro.

«Ci muoviamo su alcune direttrici fondamentali – così Gianluca Corda descrive la gestione dell’Istituto di istruzione superiore Amsicora –, prima di tutto l’inclusione». «Si lavora su diverse abilità – conclude il dirigente scolastico –. Poi l’apertura al mondo del lavoro del territorio. Infine, rafforzare l’identità della scuola e superare, appunto, i pregiudizi sull’istruzione professionale e cercare nelle tre sedi di creare un’unica comunità. Un aspetto positivo che lo permette è il nucleo importante di docenti su cui possiamo contare».

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