La Nuova Sardegna

Caccia ai banditi in fuga con 50mila euro di bottino

di Kety Sanna
Caccia ai banditi in fuga con 50mila euro di bottino

Ai raggi X i filmati interni dell’ufficio postale e della videosorveglianza esterna La carabiniera ferita è stata dimessa dall’ospedale con una prognosi di 20 giorni 

02 novembre 2020
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FONNI. È di oltre 50mila euro il bottino della rapina messa a segno sabato mattina all’ufficio postale di Fonni. Dei malviventi che durante la fuga hanno ingaggiato un conflitto a fuoco con i militari, ferendone uno, finora non c’è traccia. Sono spariti nel nulla dopo aver preso “in prestito” l’auto della dipendente dell’ufficio appena rapinato, fatta poi trovare nelle campagne a pochi chilometri dal paese in località “Santa Giusta”, nei pressi di Pratobello, in direzione Ogliastra. Anche ieri sono proseguite le ricerche con posti di blocco in tutto il territorio della provincia. Oltre ad aver raccolto le testimonianze di diverse persone, gli investigatori stanno esaminando i filmati del circuito interno dell’ufficio di via Mannironi, e quelli del sistema di videosorveglianza esterno con la speranza di trovare elementi utili per risalire ai componenti del commando.

Intanto Ylenia Crivellaro, la carabiniera veneta di 25 anni colpita da un proiettile alla caviglia destra, è stata dimessa dall’ospedale con una prognosi di 20 giorni. Alla sua prima esperienza in stazione, «ha reagito con coraggio dimostrando una certa forza e determinazione», hanno fatto sapere dal comando provinciale di Nuoro. La giovane si trovava alla guida della Jeep davanti all’ufficio postale di Fonni, proprio nel momento in cui i tre rapinatori stavano fuggendo con il bottino. Uno, armato di fucile automatico, alla vista della pattuglia non ha esitato a sparare. Cinque colpi in rapida successione, tre dei quali hanno centrato lo sportello del Suv dei carabinieri, ferendo alla gamba la donna. Illeso, per fortuna, il collega che occupava il posto del passeggero.

Una rapina folle che soltanto per un soffio non si è trasformata in tragedia. Erano da poco passate le 8 quando, all’improvviso, il direttore Michele Biancu e l’impiegata, Salvina Casula, intenti a organizzare il lavoro prima dell’apertura degli sportelli, si sono visti davanti tre persone con il volto coperto da un passamontagna. Uno imbracciava un fucile mentre gli altri due – stando a una prima ricostruzione – avevano in mano le borse da riempire con i contanti. L’individuo armato, con fare minaccioso, puntando l’arma contro i due dipendenti, ha intimato loro di consegnare il denaro, custodito in una zona protetta dell’ufficio.

Davanti alla canna dell’automatico poggiata sulla tempia e all’ordine perentorio: «Dateci tutti i soldi», direttore e impiegata non hanno potuto fare altro che obbedire. Poi sono stati rinchiusi nel bagno, mentre i banditi con il bottino uscivano dalla porta sul retro, la stessa dalla quale erano entrati. Probabilmente, però, nei loro piani i rapinatori non avevano contemplato che all’uscita potessero trovare una pattuglia dei carabinieri. Un “fuori programma” inaspettato che il più spavaldo dei banditi ha cercato di sfruttare a suo vantaggio, esplodendo senza esitazione almeno cinque colpi contro l’auto dei militari. Poi la fuga, l’allarme, i rilievi delle forze dell’ordine che hanno fatto scattare immediatamente la caccia all’uomo, rastrellando il paese e organizzando decine di posti di blocco, a caccia di una banda senza scrupoli.

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