La Nuova Sardegna

Dalla scuola una mano tesa sul futuro - Le cinque domande

di Adele Demelas
Dalla scuola una mano tesa sul futuro - Le cinque domande

Perché nessuno ci insegna ad avviare una attività in un periodo così complesso?

12 novembre 2020
3 MINUTI DI LETTURA





Avrei così tante domande da fare riguardo il futuro di noi ragazzi che non saprei da dove iniziare. Ognuno di noi ha un sogno al quale aspira, come la nostra futura professione, però arrivarci non dipende solo da noi. Infatti, come prima cosa, vorrei sapere quante possibilità abbiamo di realizzarci nel mondo del lavoro? Ormai diventa sempre più difficile farne parte e molti giovani non sono molto motivati, ci dovrebbero essere anche maggiori opportunità. Ritengo molto utile il fatto che ora nelle scuole sia presente il progetto di alternanza scuola-lavoro che ci permette di iniziare già a sperimentare quello che vorremmo fare un giorno, oppure, se qualcuno ancora non ha preso una decisione specifica, può vedere con i suoi occhi e fare le sue esperienze nei campi che gli interessano di più. C’è da dire, però, che la scuola non ci prepara molto alla vita. Io non penso che quello che si studia sia inutile, anzi, ci serve per avere una cultura generale e conoscere il mondo del passato, ma dovrebbe essere uno strumento per conoscere anche il mondo del futuro. Nella nostra istruzione scolastica non ci spiegano, per esempio, come aprire un conto corrente, un mutuo, come e cosa possiamo fare per iniziare una nostra attività. Come mai questo non viene ritenuto importante come tutto il resto? Sono cose importanti e interessa davvero a tutti capirle e studiarle. Un fattore che può influenzare il nostro futuro è anche la pandemia che in questo momento stiamo vivendo e non sappiamo quando finirà. Che prospettiva ha l’Aspal per noi giovani? La situazione potrebbe migliorare o a causa di questo peggiorerà? Cosa e come possiamo affrontarla? Il problema che la maggior parte dei ragazzi si pone ora, con questa situazione, è che non si possono fare le feste, non si può andare in discoteca, non si possono fare le serate tra amici oppure stare anche solo con la famiglia in tranquillità. La preoccupazione è “come stiamo vivendo la nostra adolescenza?”, “non stiamo vivendo gli anni migliori della nostra vita, li stiamo sprecando”. Solo pochi hanno veramente capito cosa tutto può compromettere e sta compromettendo la pandemia, per noi e per chi è già nel mondo lavorativo. Questa non finirà da un giorno all’altro. Non ci sveglieremo un giorno e nei giornali e nella tv ci sarà la notizia che è tutto finito. Siamo noi che tutti insieme la dobbiamo fare finire. Si potrebbe sfruttare questa occasione per capire meglio come funziona il lavoro, porre tutte le domande che abbiamo al riguardo a chi si occupa di questo ambito. Si pensa che certe informazioni e opportunità “cadano dal cielo”, ma se noi che siamo i protagonisti non ci impegniamo come dovremmo effettivamente fare, non possiamo pretendere troppo da chi di dovere. Invece di lavorare sul problema, si pensa ad andare altrove per cercare lavoro e realizzare i propri sogni perché ci sono molte più opportunità. Ci lamentiamo e scappiamo, cerchiamo invece di lamentarci di meno e impegnarci di più.

In Primo Piano
La polemica

Pro vita e aborto, nell’isola è allarme per le nuove norme

di Andrea Sin
Le nostre iniziative