Giornalista di Piazzapulita cacciato dall'assessore Nieddu: solidarietà di Ordine, Assostampa e Cdr della Nuova
"Inaccettabile come lo fu a suo tempo il bavaglio imposto agli operatori della sanità sulla lotta alla pandemia"
CAGLIARI. Il Comitato di redazione della Nuova Sardegna, a nome di tutti i giornalisti della testata, esprime la più viva e partecipata solidarietà al collega della trasmissione Piazza Pulita «che è stato letteralmente cacciato via dall’assessore regionale alla Sanità e in qualche modo minacciato da persona che affiancava l’assessore durante le riprese della puntata andata in onda giovedì 19 novembre nel servizio dedicato alle problematiche organizzative legate alla gestione della pandemia Covid nell’isola. E’ grave quello che è successo - continua il Cdr - perché il collega stava conducendo un’intervista a corredo del servizio che portava all’attenzione degli spettatori questioni di rilevante interesse pubblico. L’assessore avrebbe potuto rispondere o non rispondere alle domande e prendere congedo, quindi, dal giornalista. Le modalità che invece l’amministratore pubblico ha scelto per chiudere un incontro, evidentemente per lui scomodo, sono assolutamente inaccettabili. Fa specie pensare al disagio che una tale sceneggiata può aver creato negli operatori sanitari impegnati ogni giorno, con documentato rischio personale, a combattere il Covid e, ancora di più, nelle persone colpite dal Covid e nei pazienti di altre patologie che affrontano sulla loro pelle le limitazioni imposte dalla riorganizzazione sanitaria ritenuta utile, dall’assessore in primis, per gestire la pandemia».
«Un atteggiamento inaccettabile come lo fu, a suo tempo, l'imposizione del bavaglio disciplinare agli operatori della sanità che intendevano rendere conto alla stampa dei successi e dei problemi della lotta alla pandemia». L'Ordine dei giornalisti della Sardegna e l'Associazione della Stampa sarda condannano l'episodio avvenuto nell'assessorato regionale alla Sanità e trasmesso in un servizio della trasmissione Piazzapulita su La7: «Un giornalista che fa domande, l'assessore infastidito che lo caccia via e una terza persona, la cui presenza evidentemente è tollerata dall'assessore, che minaccia di spaccare la telecamera sulla testa del cronista». Secondo Ordine e Assostampa, «davanti alle domande di un reporter, chi ha un ruolo pubblico può scegliere di rispondere, se vuole e se può, oppure di tacere, ma non di espellere in malo modo un operatore dell'informazione che lavora per garantire il sacrosanto diritto dell'opinione pubblica ad essere informata».
Nel condannare l'episodio, Odg e Assstampa ricordano «che le telecamere sono oggetti fragili e costosi, mentre le teste dei giornalisti generalmente sono piuttosto resistenti ma costano infinitamente di più». Critiche sono arrivate anche dai partiti di opposizione. Per il segretario regionale del Pd Emanuele Cani, «l'episodio non fa che chiudere il cerchio davanti a un comportamento sempre più irrispettoso verso i giornalisti e chi si occupa di informazione. Il presidente della Regione nega interviste, non risponde alle domande e rilascia solamente comunicazioni univoche senza contraddittorio. Tutto questo non può essere accettato. Manifesto a nome mio e dell'intero Partito Democratico piena solidarietà ai giornalisti, condannando ogni forma di comportamento antidemocratico».
«Chi ha un ruolo istituzionale e prova fastidio, insulta e allontana i giornalisti e offende gli organi di informazione - scrivono in una nota i Progressisti - ha certamente qualche cosa da nascondere e ha paura della correttezza delle proprie azioni». (Ansa).