La Nuova Sardegna

Cgil e Cisl: Regione incapace e chiusa

di Antonello Palmas
Cgil e Cisl: Regione incapace e chiusa

«Mai coinvolti nelle scelte in un periodo di emergenza sociale e sanitaria, politiche inesistenti». Verso la mobilitazione

23 novembre 2020
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SASSARI. Di fronte a una “emergenza sociale e sanitaria” che imporrebbe un cambio immediato di atteggiamento da parte da governatore e giunta regionale, Cgil e Cisl si trovano d’accordo anche su altro aspetto: lamentano di essere costantemente snobbati dalle istituzioni regionali, che non li coinvolgono nel dialogo sulle difficili scelte di questo drammatico periodo. Ce n’è abbastanza per minacciare il ricorso alle «più forti forme di mobilitazione» – dice la Cgil –, mentre la Cisl annuncia che convocherà il proprio gruppo dirigente «per valutare le iniziative da intraprendere».

Al centro ci sono le misure sulla pandemia, ma la Cgil non esita a parlare più in generale di «mancanza o inconsistenza delle politiche da mettere in campo per fronteggiare l’emergenza». Il governo sardo viene accusato dalla Cgil di «procedere in piena autoreferenzialità a realizzare interventi parziali, inutili o perfino dannosi, e riforme regressive, orientate essenzialmente a logiche di potere, che non rappresentano certo delle priorità». Ed elenca i pesanti problemi che restano aperti: «dalle gravi carenze sulle infrastrutture e sui trasporti, dallo sfascio della continuità aerea e marittima alla crisi dei settori produttivi e dell’energia, devastati dall’abbandono “silenzioso” di investimenti molto importanti, con la Regione priva d’iniziativa e ridotta quasi al ruolo di spettatrice impotente di scelte che maturano altrove, fino all’assenza di indirizzi di politica industriale, per manifatture, primario e settori innovativi».

Accuse anche per «i ritardi e le incertezze nella programmazione economica-finanziaria, che espongono la Sardegna al rischio di perdere importanti risorse europee o di sprecarle: non si sa nulla dei piani per il Recovery Fund e non si sono fatti i tavoli tematici sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27, che vanno definiti entrambi entro poche settimane». Occorrono risorse spendibili ma «persino il bilancio regionale, messo in assestamento da poco, appare destinato a un nuovo esercizio provvisorio nel 2021».

Il tutto senza mai confrontarsi con le parti sociali, sottolinea il segretario generale Cisl Gavino Carta, «col rischio di assumere provvedimenti non rispondenti ai bisogni di famiglie e lavoratori. Analogo comportamento sulle riforma di enti locali e Regione, le numerose vertenze aperte, il rapporto con il governo nazionale e con l’Ue».

E poi la crisi sanitaria legata alla pandemia: la Cgil ricorda il «collasso di ospedali e medicina territoriale, il personale ridotto all’osso e talora privo persino di Dpi, esposto a rischi continui e costretto a fare salti mortali per sopperire alle mancanze organizzative e a disposizioni superiori sbagliate e contraddittorie. Le Usca sono insufficienti e oberate di lavoro, la medicina extra Covid sacrificata con liste d’attesa smisurate, mentre i pazienti finiscono trascurati». Per non parlare delle «intimidazioni padronali agli operatori sanitari perché non parlino e le vergognose minacce ai giornalisti, che non bastano a mascherare le incredibili prove d’inefficienza, arroganza e incapacità».

Una situazione che imporrebbe la necessità di un dialogo: «Solo alcuni assessori lo fanno – dice la Cisl – ma non all’interno di un più organico e complessivo confronto con la presidenza, come Solinas aveva assicurato».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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