La Nuova Sardegna

Quanto ci mancano i corridoi affollati e le chiacchierate

di Ylenia Deriu
Quanto ci mancano i corridoi affollati e le chiacchierate

Tutti noi nella vita viviamo dei periodi di smarrimento. C'è chi trova conforto negli amici, chi nella famiglia e altri ancora nello sport. Io mi chiamo Ylenia, ho 19 anni e ho iniziato il mio quinto...

26 novembre 2020
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Tutti noi nella vita viviamo dei periodi di smarrimento. C'è chi trova conforto negli amici, chi nella famiglia e altri ancora nello sport. Io mi chiamo Ylenia, ho 19 anni e ho iniziato il mio quinto anno di liceo, dopo un lungo periodo in cui mi sentivo persa, sola e non all’altezza dei miei sogni, certa di poter trovare un conforto nell'andare a scuola, potendo così riprendere le abitudini che avevo prima del lockdown. Tutto sembrava andare bene: si poteva andare a scuola, fare sport e uscire con gli amici, come se fossimo tornati alla normalità, anche se con qualche attenzione in più, ma così non è stato. Il 3 novembre 2020, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha firmato il Dpcm nel quale venne approvata la didattica a distanza al 100%. «Magari fosse successo quando andavo io a scuola, beati voi!». Queste sono le parole che tutti noi studenti costretti a stare a casa a causa del Covid-19, ci siamo sentiti dire almeno una volta. In questo articolo, voglio spiegarvi brevemente qual è la vera faccia della didattica a distanza, vissuta dalla maggior parte degli studenti italiani. Ho avuto il piacere di affrontare questo argomento con i ragazzi delle classi prime e seconde del mio liceo, che hanno iniziato il loro percorso di scuola superiore con le lezioni online e con chi, come me, non sa ancora come dovrà affrontare l’esame di maturità. Vi sono molteplici problemi che ci accomunano un po’ tutti, tra questi la difficoltà nella concentrazione, la poca costanza nello studio e i problemi di rete frequenti. In molti risentono del distacco dai compagni, ma ancora di più quello dai professori, i quali hanno perso la fiducia nei loro alunni e per questo svalutano il loro lavoro svolto durante le verifiche, sostenendo che copino e che si assentino alle lezioni per pigrizia. La poca comunicazione e il poco contatto con i professori e tra alunni stessi, fa sì che questi ultimi si sentano meno motivati all’apprendimento. Sarò sincera, siamo talmente abituati a dire di non aver voglia di stare sui banchi di scuola per ore, che non mi aspettavo di trovare tanta gente che provasse il mio stesso sentimento di nostalgia: il suono fastidioso della campanella, le chiacchierate con i compagni, la condivisione della merenda, il dialogo con i professori, i corridoi affollati, l’ansia prima della verifica, la voglia di imparare. Ciò che ci unisce di più però, tra studenti e professori, è il forte sentimento di speranza nel poter tornare presto alla normalità.

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