«Un altro sforzo per uscire dall’incubo»
Rubino, Aou: «Non si deve abbassare la guardia, il futuro è nelle mani dei sardi»
28 novembre 2020
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SASSARI. Per capire lo stato dell’arte è sufficiente valutare la sala relax del laboratorio analisi: pochi metri quadri senza finestra e con una piccola dispensa semi nascosta tra gli scaffali. Stop. Chi lavora da queste parti non ha tempo per rilassarsi: «Posso dire di aver fatto sei giorni di ferie da febbraio sino ad oggi – confessa il professor Rubino –. Durante gli altri giorni sono costretto a non vedere nessuno che non sia un collega». Non lo dice, ma il rischio di contrarre il virus è troppo alto per chi deve gestire un sistema così delicato. C’è un paradosso: è più pericoloso l’esterno dell’interno del laboratorio, dove ogni giorno si maneggiano provette di pazienti infetti, magari anche con cariche virali altissime: «Ma è la realtà, qua siamo controllatissimi e molto attenti. Non si può dire la stessa cosa dell’esterno. Dico solo questo – continua il professore – in questa sede c’è stato solo un contagio ed è stato riscontrato al ritorno da un breve periodo di ferie». Poche parole che descrivono il motivo per cui la preoccupazione per il Natale, che in questi giorni ha polarizzato il dibattito sul virus, non è vista di buon occhio: «Posto che dal Sars-Cov-2 se ne uscirà solo con il vaccino, per evitare che la diffusione abbia canali preferenziali costruiti dall’incoscienza basterebbe fare qualche piccolo sacrificio come rispettare le distanze, usare la mascherina ed igienizzare le mani. Sono dettagli alla portata di tutti ma tanti non lo hanno ancora capito. Come molti non hanno capito che il virus si diffonde soprattutto in ambito familiare, ad esempio durante una cena. Ed è proprio questo che dovremo cercare di limitare. Non sarà bello, non sarà romantico ma per il momento è l’unica strada possibile. Poi ci sono i casi più estremi, come i negazionisti – continua Rubino – ma per fortuna in Sardegna non sembrano essere tantissimi. Noi possiamo solo continuare a fare il nostro lavoro e ad informare quando questo è possibile, come abbiamo sempre fatto in questi mesi. Non ci sono molte alternative. Ora poi mi sembra che tutti, in qualche maniera, siano entrati in contatto con il virus. Chi per esperienza diretta, chi tramite familiari, amici o colleghi». Secondo il professor Rubino “il futuro è nelle mani dei sardi”. E, visti i presupposti, c’è da augurarsi che siano igienizzate. (c.z.)