La Nuova Sardegna

Travolti in casa o al lavoro: le storie di una tragedia

Travolti in casa o al lavoro: le storie di una tragedia

Vittime del nubifragio due pensionati: una donna di 89 anni e un uomo di 90  Un allevatore 55enne sorpreso dalla piena in auto mentre tornava in paese

29 novembre 2020
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BITTI. L’ufficialità è una materia che non scalfisce il dolore della comunità. Piangono tre compaesani, i bittesi, mentre con incerati e stivaloni affrontano una pioggia incessante. Giuseppe Mannu aveva 55 anni, faceva l’allevatore e ieri stava tentando di tornare a casa dalla sua azienda, che si trovava sulla 389, dove allevava pecore. Era sul suo pickup, lo ha travolto il fango e l’acqua e non gli ha dato scampo. Non si era mai sposato, era conosciuto come un gran lavoratore e benvoluto. Anche Peppineddu Carzedda non si era mai sposato. Viveva solo, aiutato nelle incombenze quotidiane dalla cooperativa sociale. Quando a Bitti è caduto il cielo, lui era nella sua casa e quel fiume impetuoso di detriti e macerie si è insinuata nelle sue stanze e lo ha travolto. Così come è successo per Lia Orunesu: aveva 89 anni, era vedova. I suoi vicini hanno detto di averla vista “precipitare”: da un terrazzo, quando l’acqua e i tronchi sono saliti di livello e l’hanno prima intrappolata e poi sospinta verso chissà dove.

Giuseppe Mannu era un socio Coldiretti. «Una notizia drammatica che ci ha scosso – hanno dicono il presidente e il direttore di Coldiretti Nuoro Ogliastra Leonardo Salis e Alessandro Serra – siamo vicini insieme a tutti i nostri soci alla sua famiglia del nostro socio e a quelle delle altre vittime di Bitti. Una giornata tragica per la Sardegna e per Bitti in particolare, ma anche per il mondo agricolo che in queste ore sta vivendo momenti difficili».

Da un primissimo, e purtroppo solo parziale aggiornamento, si contano, anche diversi e importanti danni alle aziende agricole. Ci sono molto allevatori isolati, oltre a Bitti in tutto il territorio circostante fino a Dorgali, a causa di ponti e strade cancellati dalla furia dell’acqua. Altri stanno lavorando in condizioni a dir poco precarie senza corrente elettrica e stanno cercando di mettere in salvo animali e azienda.

Le fotografie drammatiche restituiscono immagini di un paese in cui tutto sembra sottosopra. Auto come impazzite in un autoscontro fuori controllo, sbattute dall’acqua contro muri, al centro di quella che, presumibilmente, è la strada, ribaltate. Uomini e donne increduli che cercano di portare via dalle case o da quello che fino a ieri mattina era magari il negozio, il tabacchino, l’edicola, oggetti stropicciati e infangati, un qualcosa che ricordi come fosse la vita prima di ieri.

C’è anche chi ha provato ad andare a vedere cosa stesse accadendo al frutteto, alla campagna. C’è chi ha pensato di mettere in salvo qualche animale che solitamente stava a guardia dell’orto. È il caso di un signore che ha fatto giusto in tempo a mettere in salvo la sua cagnetta, che stava ballande dae su frittu e su terrore, ballava dal freddo e dalla paura, povera bestia. L’ha fatta salire in macchina e messa in salvo; l’asinella che stava nel recinto invece non c’era già più. Portata via dall’acqua.

«Siamo in ginocchio, è un giorno di dolore per i nostri compaesano scomparsi», ha detto l’assessore comunale all’Ambiente Cristian Farina. Oggi si continua a lavorare per far uscire Bitti dal fango. (simonetta selloni)

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