La Nuova Sardegna

I contagi non calano morto un altro medico

di Claudio Zoccheddu
I contagi non calano morto un altro medico

Allarme del Gimbe: indici in peggioramento. Isola a rischio arancione

15 gennaio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Aveva scelto la medicina di base come lavoro ma soprattutto come ragione di vita. Ettore Gallus, 69enne di Selargius, è morto nella notte tra mercoledì e ieri all’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, dove era ricoverato dopo aver contratto il Covid-19, forse durante una visita domiciliare a una paziente contagiata. Gallus, sposato con due figli, lavorava in due studi medici, a Quartucciu e Selargius. Tutti lo ricordano come una persona estremamente gentile e professionalmente ineccepibile. Gallus è il quarto operatore sanitario sardo ucciso dal virus dall'inizio dell'emergenza: nella prima ondata era morto un medico di famiglia di Tonara, mentre nella seconda un medico di Sassari, a novembre, poi all'antivigilia di Natale un infermiere di Cagliari.

Il virus nell’isola. Se non ci fosse il rischio di aumentare la confusione sui colori e il loro significato “pandemico”, si potrebbe dire che nell’isola è scattato l’allarme rosso. La diffusione del Sars-Cov-2 non rallenta e le proiezioni dipingono la Sardegna come una delle regioni a rischio. I tempi della prima ondata sono lontani e questa volta la possibilità che le cose precipitino è concreta, come certificano i bollettini dell’Unità di crisi che, giorno dopo giorno, aggiungono decine vittime.

I dati del Gimbe. Tutti i peggiori presagi si manifestano nei calcoli effettuati dalla fondazione Gimbe sugli ultimi dati che riguardano la diffusione del contagio. Per la seconda settimana consecutiva in Sardegna, infatti, tutti gli indicatori regionali sull’emergenza sanitaria dettata dalla diffusione del Sars-Cov-2 sono in peggioramento. Una situazione che accomuna l’isola alla Valle d'Aosta, perlomeno per quanto riguarda il periodo 6-12 gennaio. Le impressioni diventano numeri nella rilevazione della Fondazione Gimbe contenuta nel consueto monitoraggio settimanale sull’evoluzione della diffusione del virus. In Sardegna vengono registrati 1.062 casi attualmente positivi ogni 100mila abitanti, con un incremento pari al 6,7 per cento, mentre sono 903 i casi testati per 100mila abitanti, con un rapporto tra positivi e test che arriva al 14,6 per cento. Va un po’ meglio se si considera la situazione degli ospedali, dove a pressione dei posti Covid è sotto il limite di saturazione: 25 per cento in terapia intensiva rispetto alla soglia critica del 30 per cento (anche se nell'ultimo report dell'Agenas aggiornato a mercoledì 13 gennaio, il dato è del 26 per cento) e 31 per cento in area medica, dove il tetto è fissato al 40 per cento. «I dati – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – confermano la lenta risalita dei nuovi casi settimanali. A quasi un anno dallo scoppio della pandemia non possiamo permetterci di inseguire affannosamente il virus».

Rischio declassamento. Con il prossimo Dpcm passare in fascia arancione diventerà più facile e la Sardegna, finora in giallo, non nasconde una certa preoccupazione. «Infatti – spiega l’assessore della Sanità Mario Nieddu, che ieri ha partecipato al confronto Stato-Regioni convocato per illustrare il provvedimento atteso per oggi – si lascia la zona gialla anche semplicemente con rischio alto sulla base dei 21 criteri». Quindi a prescindere dall'Rt (con 1 si va comunque in arancione e con 1.25 in rosso). Negli ultimi report nazionali la Sardegna è passata da una classificazione a rischio alto per via dei dati incompleti forniti a Roma, a moderato, con un Rt sotto l'1 - seppur di poco - una pressione sugli ospedali che non supera le soglie critiche e un indice di positivi per 100mila abitanti pari a 78,01. Per questo l'assessore ha provato a fare pressioni affinché venisse cancellata la misura sul rischio alto dal Dpcm. Il Governo non ha accolto il tentativo e, anzi, ha confermato la linea dura. Tutte le nuove norme saranno in vigore dal 16 gennaio al 5 marzo, ad eccezione dello spostamento fra le regioni che per il momento resta confermato solo fino al 15 febbraio. Intanto per oggi è attesa la pubblicazione del nuovo monitoraggio condotto dall’Istituto superiore di Sanità. In base ai dati che verranno comunicati, il ministero della Salute stabilirà, con un’ordinanza, i nuovi “colori” delle regioni o confermerà le situazioni già in essere.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative