La Nuova Sardegna

L’isola veste gli sposi più belli È lei la regina dei matrimoni

di Silvia Sanna
L’isola veste gli sposi più belli È lei la regina dei matrimoni

Sei premi su 20 all’Italian wedding awards: la rivincita nell’anno del Covid La stilista Elisabetta Delogu: «Noi sardi ci mettiamo passione, non molliamo mai»

16 gennaio 2021
4 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Nell’anno peggiore, quello dei 5mila matrimoni annullati per colpa del Covid, la Sardegna del wedding si gode la sua rivincita. E dimostra di avere tutto ciò che serve per sfondare in un settore in cui la concorrenza è agguerritissima: talento, originalità, eleganza, location uniche e soprattutto capacità di autopromuoversi. Anche, e non è affatto scontato, facendo squadra. «Proprio questo, la grande comunicazione da parte della Sardegna ha colpito gli organizzatori del premio – dice Elisabetta Delogu – e ha giocato a nostro favore». Lei, stilista sassarese con atelier in città e a Milano, ha creato l’abito da sposa più bello d’Italia: il suo è 1 dei 6 premi, sul totale di 20 categorie, assegnati alla Sardegna in occasione dell'Italian Wedding Awards, gli Oscar dei matrimoni. Un successo per l’isola, incoronata reginetta dai big mondiali dell’industria delle nozze. Già, perché anche lo sposo più bello arriva dalla Sardegna, vestito dalla sartoria Modolo di Orani e i migliori abiti da cerimonia italiani sono di Dama Atelier a Cagliari. Sempre a Cagliari c’è la miglior gioielleria: la Diamanteria Iorio di Via Paoli, mentre per la categoria “Catering” il vincitore è la Emerald Empire di Olbia. Ancora, miglior cantante per le cerimonie è Susanna Carboni, soprano di Macomer, e sono sarde anche le migliori wedding planner, le cagliaritane Alessia Ghisoni e Cinzia Murgia, le prime a organizzare i matrimoni in spiaggia che fanno impazzire le coppie straniere. «Mi hanno convinto proprio loro a partecipare – racconta Elisabetta Delogu, 49 anni – per me era la prima volta. Quest’anno l’evento si è svolto online e vincere è stato bellissimo anche se ho festeggiato nel salotto di casa mia. In abito da sera però».

L’isola va a nozze. «Era il 5 gennaio, zona rossa. Ci siamo collegati poco prima delle 19 di sera, eravamo un centinaio, tutti elegantissimi come richiesto. Vestito da sera per le signore, giacca e cravatta per gli uomini: poi chissà quanti avevano le pantofole, ma tanto non si vedevano. Io mi sono sistemata bene acconciatura e trucco, ho regolato le luci e iniziato a litigare con la connessione che saltava. Quando uno dei giudici ha fatto il mio nome, è caduta la linea. Non sentivo più nulla, al telefono mi arrivavano messaggi “dove sei dove sei”. Poi sono ricomparsa nel video, ho capito di avere vinto, ho sorriso: che gioia. La motivazione mi ha riempito d’orgoglio, il mio stile è stato definito innovativo, è stata apprezzata la mia visione, la mia idea di bellezza. I giudici, con i quali purtroppo non c’è stato un confronto diretto per via del Covid, si sono basati sulle collezioni, dalle più datate all’ultima, che ho realizzato in piena pandemia e di cui vado molto fiera». La modella scelta da Elisabetta Delogu non è una bellezza convenzionale: è glabra, non per effetto di una malattia ma perché nata così. «È una ragazza di Porto Torres, si chiama Rossella Murgia, quando l’ho vista sono rimasta affascinata. L’ho chiamata “la nuova Eva”, perché rappresenta una bellezza diversa. Mi rendo conto che ancora molti fanno fatica ad accettare e comprendere ciò che esce dai canoni classici: i capelli in una donna sono una componente importante perché legati ai concetti di femminilità e sensualità. La mia nuova Eva dimostra che si può essere meravigliose anche senza».

Matrimoni e Covid. Elisabetta Delogu, che in 20 anni di attività ha conquistato palcoscenici e copertine prestigiose, riconoscimenti di altissimo livello e vestito tante celebrità con i suoi abiti eleganti e raffinati, pezzi unici ricamati in tessuti pregiati, dice che la Sardegna ha tutte le carte in regola per sfondare nel mondo del wedding. «Questi premi lo dimostrano, confermano quanto noi sardi siamo tenaci e professionali. E come coltiviamo le nostre passioni, che poi diventano ragioni di vita. Siamo isolati per natura e questa pandemia ci ha limitato ancora di più. Io vivo tra Sassari e Milano, durante il lockdown sono rimasta due mesi e mezzo di fila in Sardegna. Ma non mi sono fermata, chi lo fa è perduto: l’inattività genera brutti pensieri, invece bisogna guardare al futuro con ottimismo. Io ho creato la nuova collezione e anche una nuova linea, più semplice ed economica, tessuti naturali e fiori, lacci e non cerniere per adattarsi a taglie diverse: ci sono tante donne che amano il mio stile e mi è sembrato giusto andare incontro alle esigenze di tutte le tasche. Si va avanti, nonostante noi del settore wedding siamo stati bastonati dal Covid: con le migliaia di cerimonie annullate si è bloccato tutto. Io ho tanti abiti pronti e mai consegnati, spose mancate che non sanno che fare, eventi organizzati nei minimi dettagli e cancellati all’ultimo minuto. Viviamo ancora nell’incertezza, questo balletto dell’apri e chiudi, delle regioni di diverso colore non aiuta. Ora sono a Milano, felice perché ho tante clienti che devono provare gli abiti: poi tornerò in Sardegna, prima che qui scatti la zona rossa. E vediamo che succede. Tutti ci auguriamo che il 2021 sia l’anno della rinascita per il nostro settore. Ci sono tanti professionisti capaci e abbiamo location straordinarie che tutti ci invidiano. I premi ricevuti lo confermano. L’importante è non mollare mai».

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative