La Nuova Sardegna

Governo parte civile contro 45 antimilitaristi

Cagliari, per i cortei nelle basi la Procura rinnova la richiesta di rinvio al giudizio della Corte d’Assise

28 gennaio 2021
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CAGLIARI. La presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell’Interno e Poste Italiane si sono costituiti parte civile attraverso l’Avvocatura dello Stato contro i 45 antimilitaristi sotto accusa per le manifestazioni di protesta nelle basi, avvenute tra il 2014 e il 2017. Ieri, mentre circa trecento sostenitori affollavano lo spazio di fronte all’ingresso del palazzo di giustizia - è comparso qualche fumogeno - il pm della Procura distrettuale antiterrorismo Guido Pani ha ribadito la richiesta di rinvio a giudizio per tutti gli indagati dopo aver ricostruito in un intervento molto dettagliato le diverse posizioni processuali in rapporto ai fatti contestati. Posizioni accomunate dall’ispirazione della protesta ma riferite a profili penali lontani. Se il giudice Manuela Anzani accoglierà la richiesta della Ddat saranno in cinque a doversi presentare davanti alla Corte d’Assise di Cagliari per difendersi dall’imputazione di associazione con finalità di eversione dell’ordine democratico, un reato che prevede una pena molto pesante. Mentre gli altri quaranta andrebbero al giudizio con accuse decisamente più lievi: resistenza, danneggiamento e imbrattamento, legate alle manifestazioni organizzate davanti alle basi militari di Decimomannu, Teulada e Quirra. Nel capo d’imputazione la Procura fa riferimento a «manifestazioni e cortei violenti, organizzazione di campeggi antimilitaristi» cui avrebbero partecipato esponenti dell’anarco-insurrezionalismo della penisola, danneggiamenti ad obbiettivi considerati vicini all’attività militare e «attività di divulgazione di un antimilitarismo sovversivo». All’udienza di ieri - che proseguirà il 15 aprile con gli interventi dei difensori - due fra indagati per resistenza hanno chiesto la messa alla prova, richiesta sulla quale il giudice si è riservato la decisione. Fra gli altri nomi quello di Giuliano Deroma (64 anni) originario di Alghero - difeso da Elias Vacca - alle spalle una lunga e mai rinnegata militanza nelle Brigate Rosse.

Roberto Bonadeo (33 anni) di Torino, Valentina Maoret (37) di Feltre, Marco Desogus (26) di Cagliari, Davide Serra (27) di Cagliari e Gianluca Berutti (40) di Cagliari sono accusati i primi due di aver costituito e diretto l'organizzazione eversiva, gli altri tre di aver partecipato a manifestazioni antimilitariste come quella dell'11 giugno 2015 alla base aerea di Decimomannu, a Capo Frasca e a Quirra, e a cortei antimilitaristi come quello di Cagliari due anni più tardi che per la Procura sarebbero sfociati in danneggiamenti, imbrattamenti di veicoli e altre azioni illegali. Su di loro pende una misura di sorveglianza speciale ora al vaglio del Tribunale cui si sono opposti i difensori Carlo Monaldi e Albertina Zanda per i quali i giovani sotto accusa avrebbero esercitato diritti garantiti dalla Costituzione all’interno di una legittima attività politica. Per l’associazione A Foras - si legge in una nota - la costituzione di parte civile del Governo «è la conferma della natura politica dell’indagine e del processo, il vero obbiettivo è criminalizzare un intero movimento politico come quello contro le basi». (m .l)



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