La Nuova Sardegna

Otto vecchi amici alla ricerca del “vino dei vini”

di Giusy Ferreli
Otto vecchi amici alla ricerca del “vino dei vini”

Produzione ricercata per la cantina Bingiateris di Ortueri Cinque etichette (tre rossi, un bianco e un rosato) partono dal Mandrolisai e raggiungono tutti gli angoli del mondo

29 gennaio 2021
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Prendete una combriccola di amici accomunata dalla passione per il vino, aggiungete il Mandrolisai, territorio con una fortissima vocazione agricola dove per secoli la vite è stata la regina delle produzioni, aspettate, infine, che i tempi maturino e avrete una cantina che va alla ricerca del “vino dei vini”. Bingiateris – questo il nome scelto per battezzare la cantina di Ortueri che in pochi anni si è affermata sul mercato internazionale – racconta lo spirito con il quale i sette soci, poi diventati otto, hanno affrontato un’avventura partita tredici anni fa con un progetto di ricerca sulla microvinificazione.

Dai piccoli vigneti che si trovano nelle colline ricche di sughere del Mandrolisai e dalle piccole cantine nel centro storico di Ortueri, borgo ai confini della provincia di Nuoro, si è passati ad un’azienda che coniuga ricerca e tradizione. «Siamo tutti vignaioli nell’anima, anche se ognuno di noi nella vita fa altro. Ci lega non solo l’amicizia ma anche l’amore per il vino e per il patrimonio culturale che sta a monte della sua produzione» racconta, con gradevoli incursioni nel passato, Gigi Cau, portavoce di un gruppo tanto eterogeneo quanto affiatato. Cau con Antonello Tatti, Mario Carboni, Tonino Fadda, Mario Casula, Mondino Fadda, Salvatore Corona e il presidente Tonino Mascia hanno deciso di mettere a frutto terre e passione.

I vini, che vedono la luce sotto la guida dell’enologo Ercole Iannone, provengono da una dozzina di ettari portati in dote dai soci i quali, a loro volta hanno avuto le vigne dai loro padri. Così dopo le prime sperimentazioni, la cantina Bingiateris dal 2013 ha potuto proporre, proseguendo nell’iniziale percorso della vinificazione manuale, cinque etichette. Si tratta di tre rossi, un bianco e un rosato.

I primi sono Cabale, un Mandrolisai Igp, Lollore, un Mandrolisai doc superiore, e il Thalei altro doc. Il bianco, Labae, è un vermentino doc di Sardegna mentre il rosato I-Khos è un Igp Isola dei nuraghi. «La nostra produzione – sottolinea Cau – varia dalle 25mila alle 35mila bottiglie all’anno e per il 70 per cento oltrepassa i confini e raggiunge i mercati stranieri». Per la commercializzazione gli otto soci hanno scelto la strada più veloce. Le loro bottiglie non si trovano nei supermercati per una precisa strategia aziendale. «Nessuna intermediazione ma – sottolinea il portavoce – un rapporto diretto con gli importatori che distribuiscono negli Stati Uniti e in Italia. Distribuiamo

in Alabama ma anche a Miami, in Florida e in Germania. Poi c’è la vendita diretta in azienda». Nella nuova cantina, una vecchia fabbrica del sughero all’entrata del paese ristrutturata e che presto (o meglio quando la pandemia avrà fine) potrà ospitare le delegazioni di importatori, fanno bella mostra le grandi botti da 1000 e 3000 litri in rovere francese dove il rosso viene lasciato a maturare.

Segue poi un periodo di affinamento in bottiglia.

«Siamo vignaioli nell’animo e gelosi custodi delle tradizioni. Anche per la grafica abbiamo voluto rendere omaggio alla Sardegna: per questo abbiamo chiesto alle eredi dell’artista Eugenio Tavolara di poter utilizzare alcuni elementi della sua produzione artistica».

I tappeti di Tavolara campeggiano nella grafica delle bottiglie di Bingiateris. Quelle bottiglie (poche) che sono il grande orgoglio dei vignaioli di Ortueri. «Non facciamo grandi numeri perché abbiamo deciso di puntare sulla qualità. E l’obiettivo – conclude il grande affabulatore della cantina Bingiateris – rimane lo stesso. Siamo ancora intenzionati a scoprire la ricetta segreta: quella del vino dei vini».



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