La Nuova Sardegna

Air Italy, ancora nel limbo i 1500 dipendenti

Air Italy, ancora nel limbo i 1500 dipendenti

Il 30 giugno scade la cassa integrazione. Si attendono risposte dal nuovo governo

24 febbraio 2021
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OLBIA. Tutti gli occhi dei 1500 dipendenti e delle loro famiglie sono puntati verso Palazzo Chigi. O meglio verso il ministero del Lavoro, dove la scorsa settimana si è insediato Andrea Orlando. Il destino dei lavoratori di Air Italy è nelle sue mani. Il 30 giugno, infatti, scade la cassa integrazione, ottenuta anche grazie al forte impegno dell’ex ministra Nunzia Catalfo. Appena quattro mesi separano i 1500 ex Air Italy - dei quali circa un terzo ha sede a Olbia - dal salto nel buio. Perché è vero che tra loro c’è chi ha trovato una nuova pista d’atterraggio, ma la maggior parte è ancora in attesa di conoscere quale sarà il proprio destino. Ed è per questo motivo che i sindacati premono sul ministero affinché la casa venga prorogata di un altro anno. Altri 12 mesi di tempo per trovare una soluzione duratura.

Anche perché per i 1500 dipendenti di Air Italy la notizia dell’uscita di scena della loro azienda (e del loro lavoro) ha coinciso con il periodo più buio dal dopoguerra. Appena dieci giorni dopo la notizia della società è scoppiata la pandemia che, inevitabilmente, ha messo in secondo piano il dramma occupazionale dei dipendenti della compagnia. Anche per questo motivo, la scorsa settimana - in occasione dell’anniversario dell’annuncio della liquidazione - piloti, assistenti di volo, amministrativi si sono ritrovati a Olbia davanti al palazzo della Provincia, e in contemporanea a Milano, per chiedere alla Regione e al governo di non finire nel dimenticatoio. Una grande manifestazione in cui, assenti i sindacati confederali, sventolavano le bandiere di Usb, Anpav, Ap e Cobas.

Negli stessi giorni, però, anche Cgil, Cisl e Uil si sono attivati per perorare la causa dei lavoratori di Air Italy in un faccia a faccia, in videoconferenza, con il governatore Christian Solinas. Tutti chiedono soluzione tempestive per scongiurare la perdita di 1500 posti di lavoro e di un asset strategico per ripartire dopo la pandemia. Ma prima di tutto c’è da garantire la proroga della cassa integrazione. Su questo punto Solinas ha garantito il suo massimo impegno non appena si sarebbe insediato il governo Draghi. Dunque, è arrivato il momento.

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