La Nuova Sardegna

I sindacati attaccano: «Regione assente sarà mobilitazione»

I sindacati attaccano: «Regione assente sarà mobilitazione»

Cgil, Cisl e Uil annunciano proteste e non escludono scioperi «Giunta autoreferenziale e divisiva, serve cambio di passo»

24 febbraio 2021
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SASSARI. Cgil, Cisl e Uil annunciano una mobilitazione generale di tutta la Sardegna, dando vita - compatibilmente con l’andamento della situazione sanitaria - a forme di adesione diretta e virtuale per consentire la massima partecipazione possibile delle persone, in tutti i paesi, le città e i luoghi di lavoro. È la decisione presa dagli esecutivi dei sindacati confederali riuniti in videoconferenza ieri pomeriggio, con il mandato affidato alle segreterie regionali affinché definiscano nei prossimi giorni data, luoghi e modalità delle diverse iniziative - manifestazioni, presidi, sit-in, assemblee, senza escludere lo sciopero - collegate in rete e in diretta su Facebook. L'obiettivo è spronare la giunta regionale e la maggioranza, che finora si sono mostrati indisponibili al confronto – sottolineano i sindacati –, verso un deciso segnale di svolta nelle relazioni con le parti sociali, di metodo e di contenuto.

«L'azione della giunta e della maggioranza – si legge nel documento conclusivo degli esecutivi – si è finora caratterizzata per il suo profilo autoreferenziale e divisivo, imponendo a tutti le decisioni assunte senza né condivisione né spazi veri di mediazione». Questo atteggiamento secondo i sindacati «ci consegna una debolezza programmatica spaventosa e una sostanziale incapacità attuativa che si manifestano con dati allarmanti su tutti gli indicatori sociali ed economici, nelle misure insoddisfacenti e spesso dannose con cui è stata gestita l'emergenza sia sanitaria che economica, nello schianto dei servizi pubblici, dalla sanità alla scuola ai trasporti e nella semiparalisi della macchina amministrativa della Regione, che si riverbera negativamente anche sulle Autonomie locali».

Cgil, Cisl e Uil ritengono quindi imprescindibile avviare il confronto sulle scelte per lo sviluppo economico e sociale, sulle misure di sostegno ai lavoratori, ai soggetti più deboli e alle famiglie, sulla programmazione delle risorse ordinarie e aggiuntive messe a disposizione dallo Stato e dall'Ue per la ripresa così come sulle riforme necessarie ad ammodernare e rendere più efficienti i servizi pubblici universali e l'amministrazione regionale.

«Riteniamo indispensabile – aggiungono i sindacati – una revisione del metodo e della sostanza nella programmazione e nelle politiche economiche e finanziarie, a partire dal programma generale di sviluppo dentro il quale occorre contestualizzare le nuove risorse del quadro finanziario pluriennale, del programma Next Generation Eu, dei fondi nazionali e regionali». Occorre inoltre lavorare per ottenere condizioni di riequilibrio con altre aree del Paese e d'Europa, sugli svantaggi competitivi legati all'insularità, sulle infrastrutture materiali ed immateriali. Fra gli obiettivi cari al sindacato c'è un cambio di prospettiva sotto il profilo dell'ambiente e della sostenibilità delle produzioni e del vivere, dell'innovazione, della digitalizzazione e della conoscenza, l'avvio di una fase di sviluppo all'insegna della coesione sociale e territoriale e delle pari opportunità.

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