La Nuova Sardegna

Riscoprire se stessi e ripartire con un nuovo lavoro

di Stefano Ambu
Riscoprire se stessi e ripartire con un nuovo lavoro

Le parole chiave sono specializzazione e formazione La coordinatrice Mantega: valorizziamo passioni e capacità

25 febbraio 2021
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Quasi sessantamila iscritti. Dall’hinterland di Cagliari a Pula, una delle capitali sarde del turismo. È il centro per l’impiego di Assemini. Una realtà che riassume in un territorio molto vasto alcuni dei settori chiave dell’economia sarda e delle possibilità occupazionali: agricoltura, turismo e industria. Ma il lavoro- soprattutto ora a causa del Covid- rimane sempre un problema. «Il cuore della nostra attività – spiega dalla sede di via Lisbona la responsabile del centro per l’impiego di Assemini Laura Mantega (nella foto) – è legare sempre di più i servizi alle imprese ai servizi ai cittadini. Forniamo assistenza alle imprese per agevolazioni, tirocini. Ma non solo: anche per i servizi di preselezione. Questo servizio però non è conosciuto da molte aziende. E non è ancora sufficientemente fidelizzato. Noi stiamo cercando di lavorare partendo da una buona presa in carico dell’utente che si rivolge a noi magari solo per un documento. E spiegargli che può candidarsi per le offerte di lavoro. Che ci sono nonostante molti pensino il contrario. Se il cittadino non è ben orientato si candida “a pioggia”, mandando il curriculum a chiunque. Se invece c’è un buon orientamento, sulla base delle sue competenze e delle sue aspirazioni, si candiderà meglio per sfruttare tutte le opportunità. A volte chi si rivolge a noi non è nemmeno cosciente di quello che sa fare. Un neodiplomato spesso si rivolge a noi dicendo: non so fare niente. E invece si scopre che si diletta in cucina o che ha qualche passione particolare che può essere utile per il mondo del lavoro. In questo modo si dà anche un servizio migliore alle aziende, fidelizzandole. Nel senso che le imprese, se trovano un lavoro già impostato, continueranno a rivolgersi sempre di più al centro per l’impiego. È un meccanismo che si espande poi attraverso il passaparola». La pandemia ha provocato la chiusura di tante attività e tanta disoccupazione in più. Per questo l’azione del centro per l’impiego diventa quasi un filosofico aiuto a conoscere meglio se stessi. Per ricominciare magari in un campo completamente diverso da quello di prima. «Cerchiamo di orientare le persone – spiega la Mantega – verso specializzazioni tecniche e informatiche. Questo periodo può essere utile anche per conoscere meglio un settore- magari adesso fermo e o semifermo come la ristorazione- nel quale poi si intende lavorare. Può essere l’occasione per imparare e farsi trovare pronti». Eppure (qualcosa) si muove, direbbe Galileo Galilei: «Anche in questo periodo abbiamo avuto delle richieste ad esempio di autisti. Professioni tecniche, soprattutto con specializzazioni: saldatori e tubisti sono sempre molto graditi. Ma va bene anche il campo del digitale. Perché molte attività classiche hanno dovuto imparare in fretta e furia a muoversi anche sul web e quindi hanno dovuto cercare personale con questo tipo di competenze». Incertezze in vista dell’estate visto che ancora, più che di turisti, si parla di varianti inglesi: «Voglio vedere le cose ottimisticamente perché notiamo una grande voglia di vacanza e di svago. Se tutto dovesse andare bene, credo che davvero il turismo potrebbe raggiungere un picco in grado di dare una grande mano anche al sistema del lavoro».

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