La Nuova Sardegna

Cerca di difendere la madre 20enne accoltellato a morte

di Valeria Gianoglio
Cerca di difendere la madre 20enne accoltellato a morte

La donna ferita gravemente con 18 fendenti: l’assassino è un operaio 29enne

12 maggio 2021
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INVIATA A TORTOLÌ. L’inferno, in un viale monsignor Virgilio deserto e ancora avvolto dal buio, comincia alle 5.45 di un martedì in apparenza come tanti altri. Un vicino sente la voce distinta di un ragazzino gridare disperato “Aiuto! Aiuto”, e poi solo un silenzio lungo e inquietante. Qualche altro, invece, poco dopo si affaccia dalla finestra e fa appena in tempo a vedere la sagoma di un uomo correre lungo la strada. Chi si affaccia dal balcone, chi compone il numero dei carabinieri, chi si riversa in strada per capire. Ma dentro l’appartamento al secondo piano, al numero civico 46 A, la tragedia è già andata in scena. E nessuno purtroppo può riportare l’orologio indietro. Un ragazzo di appena 20 anni, Mirko Farci, studente allo Ianas, l’istituto Agrario Nautico Alberghiero di Tortolì, è stato accoltellato senza pietà fino alla morte. E a pochi metri, nella stessa stanza piena di sangue, la sua adorata mamma Paola Piras, 50 anni – che fino all’ultimo il giovane ha tentato, con il coraggio di un leone, di difendere da un ex fidanzato violento – giace sul pavimento dell’appartamento in fin di vita. Con il corpo trafitto per 18 volte dalla lama di un coltello. E sino a ieri notte lottava tra la vita e la morte nel reparto di Rianimazione dell’ospedale di Lanusei con il corpo devastato: dalla trachea alle gambe.

Chi cerca per primo di portare i soccorsi racconta di non aver mai visto scene del genere. Mamma e figlio straziati dalla violenza, e il responsabile di tutto sparito. Volatilizzato. I carabinieri lo fermeranno dopo alcune ore di ricerche palmo a palmo nelle campagne attorno a Tortolì, nella zona di Basaura, tra le sterpaglie vicino alla pista dell’aeroporto. E a stento, dopo averlo arrestato riusciranno a sottrarlo alla furia della folla che grida: “Devi morire” Devi morire”, e “Assassino, assassino!”. E tenta il linciaggio.

L’uomo si chiama Shahid Masih, ha 29 anni, è nato in Pakistan ma da tempo vive a Tortolì dove lavora come operaio resinatore nei cantieri nautici di Arbatax. Dopo un primo, lungo interrogatorio, andato avanti per ore, avrebbe fatto le prime ammissioni.

Fino a qualche mese fa, come racconta chi lo conosce, l’uomo frequentava Paola Piras ma poi lei, nello scorso mese di dicembre, aveva deciso di troncare ogni relazione, di interrompere la convivenza, e di denunciarne le violenze continue, gli atteggiamenti ossessivi, le vessazioni. Un incubo dal quale aveva cercato di liberarsi mettendo fine al rapporto e presentandosi in caserma per chiedere l’allontanamento dell’uomo. Il 29enne, in seguito a quella denuncia, era stato arrestato per maltrattamenti e minacce. Ma poi, dopo l’udienza di convalida, nei suoi confronti era stata disposta solo la misura del divieto di avvicinamento alla sua ex compagna. Certo è che dallo scorso dicembre a ieri, quel divieto non lo aveva affatto fermato. E forse nella sua testa l’ossessione verso la donna si era addirittura acuita fino a raggiungere punte mai viste prima.

E per qualche ragione, alle 5.45 di ieri, Shahid Masih, decide di irrompere in casa della sua ex. E per farlo si arrampica sulla serranda del ristorante pizzeria della famiglia Piras, “Sa Buttega”, che si trova al piano terra della palazzina di viale monsignor Virgilio. Da lì sale fino al balcone dell’appartamento del primo piano, dove vive il padre di Paola Piras, Giancarlo, vedovo da anni e in condizioni precarie di salute, poi sfonda il vetro della porta-finestra, entra nella casa, ne esce, imbocca le scale interne che conducono all’appartamento di sopra: quello dove vivono Paola Piras e i figli. Uno dei quali, per fortuna, di 12 anni, ieri non è presente perché si trova con il padre. Shahid Masih conosce bene le abitudini della famiglia Piras, e quanto pare sa anche che il portone d’ingresso della casa di Paola Piras non è chiuso a chiave perché si trova all’interno di una palazzina di famiglia. Così, il 29enne irrompe nella casa della donna entrando semplicemente dalla porta. E lì, in pochi terribili istanti, scoppia l’inferno. L’esatta dinamica al momento è ancora tutta da ricostruire ma secondo i carabinieri della compagnia di Lanusei, che seguono le indagini coordinate dal sostituto procuratore di Lanusei, Giovanna Morra, e dal procuratore capo di Lanusei, Biagio Mazzeo, mamma e figlio probabilmente in quel momento stavano ancora dormendo, quando sono stati svegliati dall’uomo appena entrato in casa. A quel punto, secondo le indagini, è scoppiato il disastro: Paola Piras ha cercato di allontanare Shahid Masih, quest’ultimo l’ha aggredita servendosi anche di un coltello. Fino a quando non è intervenuto il figlio di Paola Piras, Mirko. Che ha pagato con la vita il prezzo del suo sterminato coraggio. “Aiuto”, farà appena in tempo a gridare, prima di cadere a terra esanime con il corpo ferito a morte dalle coltellate.

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