La Nuova Sardegna

Sorso, Falloni confessa: «Mi ha preso in giro e l’ho ammazzata»

Nadia Cossu
Sorso, Falloni confessa: «Mi ha preso in giro e l’ho ammazzata»

Il 36enne ammette di aver ucciso la donna romena ad Aosta: «Ha cercato di ferirmi. L’ho fatta cadere e l’ho accoltellata»

13 maggio 2021
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. «Io le volevo bene, lei invece mi ha preso in giro». Tra le lacrime, il 36enne di Sorso Gabriel Falloni confessa al procuratore Paolo Fortuna e ai due pm Luca Ceccanti e Manlio D’Ambrosi di esser stato lui, lo scorso 17 aprile, a uccidere Elena Raluca Serban, la donna di 32 anni accoltellata in una casa di Aosta. Falloni era stato arrestato dopo una fuga durata qualche giorno. Ma, nonostante a suo carico ci fossero diverse prove, fino a ieri non aveva confessato l’omicidio.

«In realtà – ha spiegato il suo avvocato Marco Palmieri – da giorni nei colloqui via web aveva manifestato chiaramente l’intenzione di liberarsi di quel peso. Voleva raccontare tutto e lo ha fatto».

In un interrogatorio durato quasi due ore Falloni ha fatto un resoconto preciso di quella giornata fornendo anche i dettagli di un rapporto nel quale lui – così avrebbe rivelato – credeva, «tanto che i due si frequentavano da circa un anno», ha confermato il legale.

Ai magistrati il 36enne ha raccontato di aver reagito «a uno sfottò a sfondo sessuale» che la Serban gli avrebbe rivolto. Sarebbe stata quella frase a innescare il raptus omicida. Prima la discussione accesa poi lei che «a un certo punto ha preso in mano un coltello da cucina, lo aveva già fatto un’altra volta – ha detto Falloni – litigando siamo arrivati fino al bagno e a quel punto, mentre tentava di ferirmi urlandomi di andare via e che avrebbe chiamato la polizia e i carabinieri, l’ho fatta cadere per terra e l’ho colpita».

Lasciandosi andare «a un pianto disperato» Gabriel Falloni avrebbe anche detto di non riuscire a togliersi dalla testa l’immagine del suo volto mentre moriva e di aver urlato più volte il suo nome: «Elena, Elena».

Sofferenza che non gli ha però impedito di impossessarsi dei soldi trovati in quell’alloggio, di prendere quattro telefonini e infine di darsi alla fuga verso Genova.

Il 36enne ha anche raccontato di aver gettato in un cassonetto vicino alla sua casa di Nus l’arma del delitto (il coltello) e nel fiume Dora i quattro telefoni cellulari. Si era portato via anche gli indumenti della vittima, le lenzuola e le federe. Aveva riposto tutto nel borsone con cui era stato ripreso dalle telecamere mentre usciva dal condominio, 37 minuti esatti dopo essere entrato.

In quella stessa casa Falloni ha riferito di aver trovato una busta con oltre seimila euro. Soldi che gli sarebbero serviti per gli spostamenti verso la Liguria nei giorni tra l’omicidio e l’arresto. Ma anche per pagare una mensilità di affitto per l’abitazione di Nus dove viveva. Ha poi comprato due cellulari che ha spedito – insieme a un po’ di contanti – alle sorelle che vivono a Sorso come regalo per i nipoti. E ha fatto anche un’altra cosa decisamente fuori da ogni logica: ha lasciato un’offerta di 500 euro in una chiesa di Genova. Qui infatti era arrivato con l’idea di raggiungere la Sardegna, ma poi era rientrato in Valle d’Aosta, dove la polizia lo aveva arrestato.

In Primo Piano
La lotta al tabacco

Un sardo su tre fuma e i divieti sono ancora blandi

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative