La Nuova Sardegna

Informazione e overdose mediatica

di Eleonora Gemmano*

La televisione, i giornali e i social media permettono agli spettatori di essere costantemente aggiornati su ciò che accade nel mondo: ci vengono fornite informazioni puntuali e precise e le immagini...

20 maggio 2021
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La televisione, i giornali e i social media permettono agli spettatori di essere costantemente aggiornati su ciò che accade nel mondo: ci vengono fornite informazioni puntuali e precise e le immagini e video comunicano le notizie con una immediatezza tale che nemmeno le stesse parole raggiungono. Per prima cosa, filmati o immagini dal vivo ci consentono di comprendere la situazione rapidamente. Inoltre, permettono di sviluppare in modo autonomo la propria idea e il proprio spirito critico, senza aver bisogno di troppe spiegazioni. Sebbene sia importante sapere cosa sta succedendo intorno a noi, può essere controproducente e demoralizzante scorgere la paura e il disordine dalle fonti sopracitate.

In proporzione, le cattive notizie sono numericamente maggiori rispetto a quelle positive, che da sole non riescono a eliminare, o perlomeno ovattare, lo sconforto generale generato dalle prime. Talvolta le emozioni suscitate dalla conoscenza e dalla visione di eventi drammatici si sono trasformate in un’occasione per intervenire, direttamente o indirettamente, e aiutare le vittime di tali episodi. Specialmente grazie al boom della condivisione delle news su social media come Instagram, Facebook e Twitter, nell’ultimo periodo sono state molte le petizioni, donazioni e rivolte per sostenere chi è stato schiacciato dalle discriminazioni, dalle malattie e da fattori economici.

Tuttavia, la raffica di immagini può essere deleteria: anziché reagire attivamente per empatia, si allontana la visione dalla propria mente e si sviluppano insicurezze e ansia. All’aumentare delle orribili informazioni, è tipico sentirsi impotenti e incapaci di contribuire al sostegno e alla risoluzione del problema. Spesso questa è anche la conseguenza della malsana competizione che a volte si crea tra le testate giornalistiche che, per ottenere maggiori visualizzazioni, preferiscono puntare sulle lacrime, sul senso di rabbia e sul dolore in generale. Il risultato sarà comunque una maggiore difficoltà nel guardare le notizie e sempre meno risposte alla situazione e alla sofferenza che raccontano.

In conclusione, è necessario rimanere informati così come è importante limitare l’esposizione alla marea costante di notizie e immagini scioccanti per non finire in una overdose mediatica. Troppo può logorarci, indebolirci o renderci insensibili, e occorre andare oltre alle immagini semplicistiche per arrivare a capirne la storia e l’essenza.

*Eleonora frequenta il Liceo Classico
Manno di Alghero




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