Roghi nell'Oristanese, l’abbraccio tra pastori: «Ci salveremo insieme»
Scatta la solidarietà per le aziende in ginocchio: «Non aspettiamo la politica». Incontro a Tresnuraghes, dove una giovane coppia ha perso tutto nel rogo
TRESNURAGHES. Un vortice di disperazione mista a rabbia, che spezza il silenzio che avvolge il panorama stravolto e annientato dalla furia distruttrice di un evento incendiario di dimensione immane. Sono le voci profonde dei pastori che, in una notte difficile da superare e dimenticare, hanno visto andare in fumo i pascoli, gli animali, i capannoni, le scorte di foraggio e il prodotto reale ed ideale del lavoro e del sudore di una vita. I loro racconti sono come fotogrammi nitidi che scorrono incessanti, in una narrazione del disastro che sembra rispondere più al bisogno di una elaborazione collettiva del lutto che ad una testimonianza a favore dell'esterno. Ieri mattina si sono dati appuntamento nelle campagne di Tresnuraghes, nell'azienda di Antonella e Cristian, due giovani che sei anni fa hanno scelto di investire nell'azienda di famiglia. Archeologa lei, agente immobiliare con quasi in tasca una laurea in giurisprudenza lui, dopo vent'anni di vita trascorsa a Sassari sono tornati nella propria terra per costruire una famiglia e un nuovo percorso, scegliendo la vita del lavoro in campagna.
Nel sabato di fuoco e di paura anche la loro attività è stata travolta e stravolta, come tutto ciò che vi è attorno. Con le pecore da abbattere e la nuova leva, le agnelle giovani, segnata dalle fiamme e difficilmente sanabile, Antonella guarda il marito scampato al peggio, ripercorre quelle ore di paura e disperazione, ma racconta anche dell'abbraccio solidale che li ha avvolti, della rete di protezione che il mondo agropastorale così composito e radicato è in grado di produrre. «Dobbiamo contare sulle nostre forze. La vita della campagna è dura, fatta di sacrifici. Stavamo vedendo i primi frutti del lavoro, ciò che è accaduto è stata una vera batosta, ma ci rialzeremo».
Alla macchina della solidarietà che è già attiva e ha permesso una boccata d'ossigeno a chi ha perso tutto si rivolge Gigi Sanna, giunto da Nuoro a Tresnuraghes con una delegazione di pastori da varie parti dell'isola: «Non aspettiamo le delibere – è il messaggio del cantante-pastore – siamo una terra di giganti distrutta da pochi nani. Servono fatti concreti, portando ciò che serve subito, foraggi, rastrelliere, mangimi, reti metalliche e abbeveratoi». Al suo fianco il presidente dell'associazione Camperisti sardi Luigi Pambira, che annuncia la donazione da parte del club di 10mila euro per l'acquisto dei materiali più urgenti. Il monito, che è anche una denuncia, arriva invece da Luciano Cossu, allevatore di Siniscola che due anni fa subì la stessa sorte dei colleghi della Planargia e del Montiferru: «Tante promesse dalla politica quando la mia azienda è bruciata, ma ad oggi non è arrivato nulla. Ci ha aiutato la gente di Sardegna, donando quello che ci serviva per rialzarci». Sopra la terra desolata i Canadair proseguono incessanti le attività di spegnimento, in un via vai che da domenica è diventato ordinario. Sulle strade viaggiano i carichi di fieno in arrivo in soccorso da tutta l'isola.
La solitudine estrema e il senso di abbandono però bruciano ancora. «Ci siamo salvati da soli, non c'era nessuno a fermare l'avanzata del fuoco». Il giudizio sull'organizzazione del sistema antincendio regionale è impietoso: «Quando sono arrivati i mezzi aerei domenica era tutto già bruciato – racconta un allevatore – il fuoco era partito venerdì, sono intervenuti dopo tre giorni. Perché? Non lo sapevano che se le fiamme fossero arrivate a Cuglieri sarebbe stato un disastro? Non fanno pulire i fiumi, da maggio in campagna non puoi pulire più nulla, se arriva il fuoco non si può neanche tentare di fermarlo con la tecnica del fuoco contrario. Però si aspetta che brucino 20mila ettari di terra prima di far intervenire i Canadair».
Ad una macchina organizzativa che non ha funzionato i pastori contrappongono il coraggio di chi il territorio dovrà proteggerlo nei prossimi anni: i giovani di Tresnuraghes in prima linea sul fronte del fuoco per tentare di salvare il rimboschimento.