La Nuova Sardegna

Dopo l’inferno di fuoco in Planargia e Montiferru, il purgatorio dei ristori

di Salvatore Santoni
Dopo l’inferno di fuoco in Planargia e Montiferru, il purgatorio dei ristori

Patuanelli, Todde e Fontana in visita a Sennariolo. Le richieste dei sindaci sardi

11 agosto 2021
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INVIATO A SENNARIOLO. Gli unici soldi in ballo per ora sono i 20 milioni di euro regionali, che però, sino a quando il consiglio regionale non voterà la legge sugli aiuti, resteranno nel freezer della Giunta. Per il resto le popolazioni del Montiferru e della Planargia dovranno aspettare che il Governo impacchetti tutti i danni degli incendi che hanno incenerito varie zone d’Italia, valuti il tipo di intervento e stanzi le risorse. Una cosa è già chiara: i sindaci hanno fretta e non vogliono restare soli.

Sono alcuni dei punti emersi ieri a Sennariolo durante l’incontro tra i sindaci sardi – c’era anche l’assessora alla Agricoltura, Gabriella Murgia – e il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, arrivato nell’isola con il viceministro dello sviluppo economico, Alessandra Todde, e il sottosegretario del ministero della Transizione ecologica, Ilaria Fontana, in visita istituzionale nei territori dell’Oristanese percorsi dalle fiamme.

Le richieste. L’assemblea dei sindaci sardi, guidata dal presidente Emiliano Deiana, si è chiusa con una votazione unanime su una mozione per il rilancio dei territori colpiti dalle fiamme. Un vero e proprio manifesto per fare quadrato intorno ai colleghi colpiti dall’inferno di fuoco. Con questo documento i sindaci sardi chiedono a Governo e Regione di mettere in campo una serie di azioni, mirate a ristorare le popolazioni ed evitare che la storia si ripeta. In particolare, i sindaci chiedono anche un piano di rafforzamento del sistema antincendio, che significa soprattutto un numero sufficiente di mezzi aerei come i canadair. I sindaci ritengono poi necessario un piano sulla gestione moderna dei boschi dell’isola, attingendo dai fondi Pnrr indicati nelle scorse settimane dal presidente della Regione Christian Solinas. Tutti interventi che, però, tengono a sottolineare, non posso essere calati dall’alto, ma devono passare da loro.

Prevenzione. Alla Regione, invece, i sindaci sardi hanno chiesto con forza che lo stanziamento dei primi 20 milioni di euro di ristori, messi sul tavolo dalla Giunta Solinas, passi il varo del consiglio regionale entro la pausa estiva. Richiesta disattesa: tutto rinviato a settembre. I sindaci chiedono anche che vengano sburocratizzate le procedure per accedere agli aiuti e un coinvolgimento pieno sulle politiche di costruzione del piano sardo sul Pnrr e la nuova programmazione 2021-2027. Infine, c’è anche la richiesta di aprire, entro il 15 ottobre, un tavolo politico sulla prevenzione incendi.

Niente cifre. Le parole più attese dalla platea di cittadini e amministratori sono arrivate a fine mattinata. «Non è pensabile che il governo non intervenga nel modo più opportuno – ha detto il ministro Patuanelli a proposito di aiuti alle popolazioni –. Stiamo valutando i dispositivi normativi con cui farlo, al di là dell’impatto economico. Sarà molto probabile una gestione complessiva del tema incendi che ha colpito più regioni con una o diverse strutture commissariali che dovranno avere la giusta flessibilità di utilizzo delle risorse, altrimenti i tempi con cui si arriva sui territori sono inaccettabili rispetto alle esigenze».

«Draghi segue». E sul ruolo dei territori ha aggiunto: «Non è possibile che le risorse non abbiano come filtro i sindaci per incanalare le risorse nel modo giusto. Nelle prossime giornate ne discuteremo anche con gli altri ministri. Il ministro dell’Economia è stato già allertato dalle nostre lettere di richiesta di intervento. E anche il presidente Draghi è molto attento in queste ore a ciò che sta accadendo». «Non posso darvi cifre – ha concluso Stefano Patuanelli – ma è evidente che non stiamo parlando di somme limitate. Quello che ho visto mi fa capire che l’entità delle risorse necessarie non sarà piccola».

Nuovo modello. «La cultura della tutela ambientale non può essere confusa con la cultura dell’abbandono – ha poi spiegato il ministro –. Non si tutela l’ambiente senza toccare nulla. Quando si parla di bosco si deve parlare anche di prelievo senza far danno. Dobbiamo garantire che ci siano produttori nelle condizioni di custodire il territorio».

Ricostruzione corale. «Dobbiamo cambiare approccio – ha detto il sottosegretario alla Transizione ecologica, Ilaria Fontana – serve una ricostruzione fatta insieme, in maniera orizzontale. I fondi si troveranno, è importante capire come spenderli in maniera sistemica, non dividendoci in parti perché non serve a nessuno. Gli strumenti ci sono, come il Pnrr, ma non è l’unico strumento. Dobbiamo avere lungimiranza di capire quale strada possiamo fare per pensare a una programmazione».

Non a pioggia. «Il punto – ha detto il viceministro dello Sviluppo economico, Alessandra Todde – è ricostruire e pensare al futuro, investendo sull’economia dei territori e la pianificazione e attuazione degli interventi. Sussidi a pioggia creerebbero solo danno e incentiverebbero la cultura del fuoco. Bisogna invece convincere che i boschi, i pascoli, i terreni agricoli valgono più da vivi che da morti».



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