La Nuova Sardegna

È la 86esima donna uccisa in Italia da gennaio

È la 86esima donna uccisa in Italia da gennaio

La tragica fine di Angelica Salis a Quartucciu, mentre a Sennori Piera Muresu è riuscita a salvarsi

27 settembre 2021
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SASSARI. Nelle scorse settimane la Sardegna è stata teatro di due tragedie familiari. Vittime sempre due donne. In un caso purtroppo, a Quartucciu, Angelica Salis non ha avuto scampo, uccisa con una coltellata al collo dal marito Paolo Randaccio. Poche ore dopo a Sennori è andata meglio a Piera Muresu, che il compagno Adriano Piroddu ha tentato di ammazzare con due colpi di pistola, poi si è rinchiuso in un garage e si è tolto la vita con una corda al collo. Pochi mesi fa, a maggio, un sardo, Gabriel Falloni di Sorso, aveva ucciso ad Aosta una 32enne romena, Elena Raluca Serban. Poi la fuga e infine la confessione. Purtroppo la piaga dei femminicidi non conosce fine. Anna Cupelloni, uccisa dal marito Ciriaco Pigliaru che poi si è suicidato, è la 52esima vittima in Italia dall’inizio dell’anno per mano del marito, del compagno o dell’ex.

Dal 1 gennaio di quest'anno al 19 settembre - indicano i dati del report settimanale del Dipartimento della Pubblica sicurezza - sono stati registrati 206 omicidi, con 86 vittime donne (una in più rispetto allo stesso periodo del 2020), di cui 73 uccise in ambito familiare/affettivo. Di queste, 52 hanno trovato la morte per mano del partner/ex partner. Nel 2020 gli omicidi volontari ai danni di donne sono stati 116, 5 in più rispetto al 2019.

La Sardegna è in cima alle tabelle stilate dall’Istat in base ai dati forniti dal ministero dell’Interno e dalla banca dati della Direzione generale della Polizia criminale. Nel triennio 2010/2012 le vittime di femminicidio in Sardegna erano 0,28 ogni 100mila abitanti e l’isola era la penultima regione italiana. Dal 2013 al 2015, il numero è raddoppiato: 0,48 femminicidi ogni 100mila abitanti che hanno portato l’isola al 12esimo posto su 21. Un'impennata drammatica che sta subendo una pericolosa accelerazione. Secondo i dati dell’Istat negli ultimi anni il tasso di donne vittime dei partner è più elevato nelle isole (0,36 per 100 mila donne, contro lo 0,22 della media nazionale) e a seguire nel Nord-est (0,25) e nel Nord-ovest (0,23). Le donne vengono uccise all’interno delle mura domestiche nel 90% dei casi per mano di partner o ex partner (61%). E, a parte l’eccezionalità negativa attraversata nel 2020 durante il lockdown, la cupa panoramica dei femminicidi trova un filo rosso temporale con gli anni precedenti, che confermano un calo generale degli omicidi e una decisa controtendenza di quelli perpetrati in famiglia.

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