La Nuova Sardegna

L’isola testa il futuro dei voli aerospaziali

Giusy Ferreli
L’isola testa il futuro dei voli aerospaziali

Inaugurato il banco di prova per i nuovi propulsori dei razzi

06 ottobre 2021
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PERDASDEFOGU. A pochi chilometri da Perdasdefogu, in un altipiano brullo dove la macchia mediterranea si dirada, sorge lo Space propulsion test facility, il banco di prova per motori a propellente liquido che porterà la Sardegna alla ribalta internazionale della ricerca aerospaziale. La prospettiva è ambiziosa e viene raccontata con toni entusiastici da Giulio Ranzo, ad di Avio, il colosso industriale che ha realizzato l’impianto in un’area di sette ettari all’interno del Poligono sperimentale interforze del salto di Quirra. «Nella cella di cemento dell’Sptf a breve verrà testato l’M10, un motore che utilizza un propellente liquido criogenico che combina ossigeno liquido e metano liquido, più economico e meno inquinante di quelli solidi utilizzati sinora» sottolinea Ranzo nella presentazione del progetto, dopo gli immancabili ringraziamenti ai partner istituzionali che hanno contribuito a realizzare «un’infrastruttura così complessa». «Nella storia dell’aerospazio ci sono stati tanti momenti importanti, spero che questo sia uno dei momenti» dice dal palco del cinema della base militare con una buona dose di orgoglio.

Orgoglio che parte da lontano, dagli albori della corsa allo spazio che ha visto l’Italia terzo paese al mondo a lanciare un satellite nello spazio. «Oggi abbiamo la grande opportunità di sperimentare nuove tecnologie per l’invio nello spazio» dice l'ad di Avio che parla di un impianto unico, in grado di portare competenze sul territorio (a regime verranno impiegati 35 tra ingegneri, chimici, tecnici e informatici) che può essere sfruttato da chiunque voglia testare il banco. Se l’obiettivo immediato è eseguire i primi test motore del quarto stadio del vettore Vega nel Liquid rocked engine, a Perdas ci sono prospettive a più lungo termine. Nello stabilimento sarà operativa un’altra installazione, la Carbon carbon, dedicata alla fabbricazione di componenti per la propulsione con materiale solido e il service con presidi antincendio.

A fare gli onori di casa, nella giornata che segna l’inaugurazione dello stabilimento e l’ingresso di questo angolo d’Ogliastra nel gotha dell’aerospazio, c’è il generale Davide Marzinotto, comandante della base militare che, in un breve excursus sulla storia del più vasto poligono d’Europa, ne ripercorre la vocazione sperimentale. «Sono tre i pilastri del Poligono: la ricerca, la sperimentazione e l’addestramento ai quali si aggiunge l’aerospazio», dice il generale che racconta l’epopea iniziata nel 1956, la prima attività svolta tre anni dopo e il lancio nel 1960 della prima radiosonda. Ricorda Luigi Broglio, padre della ricerca aerospaziale e ideatore del progetto San Marco. «La collaborazione tra il Pisq e le agenzie negli anni è diventata più ampia, dal progetto Vega con il test dei motori Zefiro, alle sperimentazioni del Cira. Qui c'è un comando in grado di rendere fruibile un laboratorio utile alla Difesa, all’industria e alla ricerca» conclude l’alto ufficiale che guida il Camras, comando che raggruppa tutti enti aeronautici della Sardegna.

Ci sono i saluti del generale Francesco Olla, a capo del comando militare della Sardegna mentre la Regione, che ha cofinanziato il progetto con il Ministero dello sviluppo economico, è rappresentata dal presidente del Consiglio regionale, Michele Pais. Che si compiace della rinnovata collaborazione tra Regione, Difesa e Università. Per il professor Giacomo Cao, responsabile del Distretto aerospaziale della Sardegna, il taglio del nastro dello Space propulsion test facility farà diventare la Sardegna un riferimento nell’aerospazio italiano e internazionale. «Siamo molto soddisfatti del contributo del Distretto a questo progetto che – sottolinea il professore – incrementerà l’occupazione qualificata e agirà in sinergia con le attività di Capo San Lorenzo».

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