Piantagioni nel sud dell’isola
Le operazioni più recenti di Procure, carabinieri e polizia
21 ottobre 2021
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VILLASOR. L’attività delle Procure e degli investigatori nella lotta alla droga è intensa e incessante anche nel sud della Sardegna. Particolarmente inportanti, negli ultimi mesi, sono state due operazioni portate avanti da carabinieri e polizia che hanno condotto alla scoperta di altrettante maxi piantagioni con più di 8.000 piantine di marijuana sequestrate nel giro di venti giorni, fra fine e settembre e ottobre.
I blitz di polizia e carabinieri si sono indirizzate nelle floride campagne di Villasor, dove è facile nascondere fra le tante colture orticole che caratterizzano il territorio gli alberelli di cannabis indica. La prima delle due recenti scoperte dell’illecita produzione è stata fatta il 30 settembre dai carabinieri della Compagnia di Sanluri in località Bia Beccia de Casteddu: qui, in due ettari e mezzo di terreno preso in affitto, due giovani di Orgosolo e uno di Posada, che si erano inventati questa arrività in Campidano, avevano messo su una piantagione di cannabis con 5.300 alberelli allineati in 115 filari dotati di sistema di irrigazione. Dalle analisi effettuate dagli specialisti del Ris avevano stabilito che le infiorescenze vegetali avevano un valore di Thc oltre il 4 per cento, quindi ottima qualità. La produzione sarebbe stata di circa 7 tonnellate, per un valore sul mercato all’ingrosso di 50-60 milioni di euro. Venti giorni dopo è stata la polizia, con la sezione Falchi della squadra mobile di Cagliari, a individuare più o meno nella stessa zona una seconda piantagione di oltre 3.000 piantine. La produzione di marijuana era a conduzione familiare: un giovane coltivatore diretto di 19 anni aveva nel padre e nella madre, di 56 e 43 anni, due validi braccianti agricoli. Anche in questo caso, le infiorescenze avevano valori di principio attivo almeno 16 volte superiori al limite consentito. Sul mercato avrebbero fruttato circa 750mila euro. (l.on.)
I blitz di polizia e carabinieri si sono indirizzate nelle floride campagne di Villasor, dove è facile nascondere fra le tante colture orticole che caratterizzano il territorio gli alberelli di cannabis indica. La prima delle due recenti scoperte dell’illecita produzione è stata fatta il 30 settembre dai carabinieri della Compagnia di Sanluri in località Bia Beccia de Casteddu: qui, in due ettari e mezzo di terreno preso in affitto, due giovani di Orgosolo e uno di Posada, che si erano inventati questa arrività in Campidano, avevano messo su una piantagione di cannabis con 5.300 alberelli allineati in 115 filari dotati di sistema di irrigazione. Dalle analisi effettuate dagli specialisti del Ris avevano stabilito che le infiorescenze vegetali avevano un valore di Thc oltre il 4 per cento, quindi ottima qualità. La produzione sarebbe stata di circa 7 tonnellate, per un valore sul mercato all’ingrosso di 50-60 milioni di euro. Venti giorni dopo è stata la polizia, con la sezione Falchi della squadra mobile di Cagliari, a individuare più o meno nella stessa zona una seconda piantagione di oltre 3.000 piantine. La produzione di marijuana era a conduzione familiare: un giovane coltivatore diretto di 19 anni aveva nel padre e nella madre, di 56 e 43 anni, due validi braccianti agricoli. Anche in questo caso, le infiorescenze avevano valori di principio attivo almeno 16 volte superiori al limite consentito. Sul mercato avrebbero fruttato circa 750mila euro. (l.on.)
