La Nuova Sardegna

Dall’isola a Medjugorje, il duro attacco di Don Tamponi: «Pellegrinaggio folle»

di Marco Bittau
Dall’isola a Medjugorje, il duro attacco di Don Tamponi: «Pellegrinaggio folle»

Il direttore dell'Ufficio beni culturali ecclesiastici: «Business senza controllo, vanno a cercare i miracoli ma trovano i contagi»

17 novembre 2021
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OLBIA. «Basta con la follia di questi madonnari e mammane senza scrupoli, da Medjugorje niente miracoli ma solo un’ondata di contagi Covid che da una settimana sta appestando la Gallura». Il cluster originato dal contestatissimo pellegrinaggio in Bosnia dello scorso ottobre ha indignato don Francesco Tamponi, direttore responsabile dell’Ufficio beni culturali ecclesiastici della Sardegna, uno degli uomini più autorevoli e influenti della Chiesa isolana.

Le sue parole contro il “mito eretico” di Medjugorje sono dure, pesanti come macigni, affilate come spade. Non da oggi, ma il caso d’attualità dei pellegrini-untori al ritorno dalla Bosnia è la classica goccia che fa traboccare il vaso. «Spero che la giustizia accerti la realtà dei fatti e persegua i responsabili di questa barbarie – dice –. Perché deve essere chiaro a tutti che siamo di fronte a una vera e propria rete che accomuna fondamentalisti cattolici, oscurantisti, negazionisti, complottisti, falsi predicatori e autentici mercanti che speculano e si arricchiscono con il business dei pellegrinaggi. Una rete ispirata da Radio Maria e dal suo direttore ideologo, Livio Fanzaga, l’uomo che detta la linea, cioè i messaggi della pseudo madonna di Medjugorje». «Tanto per essere chiari – rincara la dose Francesco Tamponi – sono quelle persone che additano il vaccino anti Covid come frutto del demonio. Più in generale, che sostengono che i tempi che viviamo sono già dominio del diavolo. Insomma, tutti i presupposti per il miracolo salvifico di Medjugorje. Infatti, sono strani fedeli che vanno in pellegrinaggio in Bosnia ma che non vediamo mai in chiesa la domenica».

A tale sentenza inappellabile Francesco Tamponi arriva seguendo questo ragionamento: «Esiste questo network internazionale che è Radio Maria con un milione e 700mila ascoltatori ogni giorno e 158 libri scritti dal suo direttore, ma il messaggio radiofonico non può bastare ed ecco allora il business mondiale dei pellegrinaggi. Ecco allora Medjugorje, la Bosnia, la Polonia, cioè quei paesi dove frange ultracattoliche e oscurantiste predicano l’eresia nel tentativo di screditare l’ortodossia cattolica e pretendere poi di purificarla con l’affabulazione del miracolo». «Dietro tutto questo c’è una gigantesca macchina da soldi – aggiunge – che fa leva prima sulla teologia della paura, cioè la narrazione del Male che ha preso il sopravvento, poi sulla teologia dell’entusiasmo, alla Paolo Brosio, con la rassicurazione dei miracoli, prova provata dell’esistenza della madonna. In altre parole, un melting pot di emozioni, carburante per la macchina dei pellegrinaggi».

Francesco Tamponi è un fiume in piena. La rabbia per l’ondata di contagi da Covid nella sua terra, la Gallura, è incontenibile. «Le agenzie e gli operatori turistici che organizzano questi pellegrinaggi senza alcun controllo sono il terminale di questa rete – attacca ancora –. Il risultato è nei fatti di questi giorni: assembramenti, poche o niente mascherine, addirittura la comunione con le ostie offerte direttamente in bocca, tamponi con certificati negativi tutti da verificare, inevitabilmente centinaia di contagi. Questi sono fatti, non prediche o miracoli».

«Ecco perché – incalza – in Gallura adesso ci troviamo a combattere l’effetto devastante di questo tipo di predicazione. Tanti malati in ospedale o quarantena e la macchina sanitaria sotto pressione per la follia di queste persone. Basta pensare ai laboratori d’analisi che refertano i tamponi, oberate di lavoro sino a sfiorare il collasso. Un danno incalcolabile per la comunità. Direi a questo punto che il vero virus da cui dobbiamo difenderci è la follia».

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