La Nuova Sardegna

La regia della sanità sarda non sarà più a Sassari

di Umberto Aime
La regia della sanità sarda non sarà più a Sassari

L’Ares avrà sede a Cagliari: nessun ruolo per il nord. L’Areus resta a Nuoro

27 novembre 2021
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CAGLIARI. Addio all’Ats, a Sassari. Il nuovo vertice della sanità regionale, che si chiamerà Ares, traslocherà a Cagliari. Lo ha deciso la giunta Solinas, che, nell’ultima riunione, come si legge nell’ordine del giorno, ha «costituito e assegnato le sedi legali della nuova Azienda centralizzata – l’Ares si occuperà di appalti e personale – e delle otto Asl». È questa, come si sa da mesi, la sostanza della riforma sanitaria, approvata oltre un anno fa dal centrodestra in Consiglio regionale e che da gennaio dovrebbe entrare a regime, almeno stando agli ultimi annunci della Regione. Quando ormai manca appena un mese e qualche giorno al possibile taglio del nastro, il primo passo ufficiale della Giunta è stato quello di dare sostanza giuridica ai vari pilastri della rivoluzione sanitaria.

Via libera. Le delibere sono state approvate, l’altro giorno a Villa Devoto, ma non possono essere ancora scaricate dal sito ufficiale della Regione. Ma si sa già che la nascente Ares non opererà da Sassari, com’è stato finora per l’Ats. Dal primo gennaio, aprirà gli uffici a Cagliari in un centro direzionale ancora da individuare. Sta di fatto che, dopo quattro anni e qualche mese, il vertice del sistema sarà obbligato al percorso inverso sulla Carlo Felice. Era infatti il 16 ottobre 2016, quando l’allora assessore alla sanità della giunta Pigliaru, Luigi Arru, si presentò negli uffici provvisori di via Monte Grappa, a Sassari, con il super manager Fulvio Moirano. A gennaio quella sede, nel frattempo trasferita in piazza Fiume, sarà chiusa per sempre.

Il sospetto. Il ritorno dell’Azienda a Cagliari era nell’aria. Lo si era capito sin dall’autunno del 2020, quando, in Consiglio regionale, il centrodestra non volle prendere posizione sulla città dove sarebbero stati inaugurati gli uffici dell’Ares. Basta rileggere il comma 2 dell’articolo 3 della riforma per capire meglio cosa poi è accaduto, l’altro giorno a Villa Devoto. «La sede – c’è scritto – sarà individuata dalla Giunta con una successiva delibera, senza maggiori oneri per il bilancio regionale e in immobili nella disponibilità della Regione o di enti del servizio sanitario regionale». Quel giorno, la conferma è nei resoconti del Consiglio, furono diversi gli interventi in aula per sollecitare la scelta definitiva della sede legale dell’Azienda, così come tra l’altro, nella precedente legislatura, aveva fatto il centrosinistra, assegnando a Sassari gli uffici dell’Ats. Invece, oltre un anno fa, di sicuro per evitare inevitabili e difficili conflitti territoriali, la giunta Solinas riuscì a convincere gli alleati che «la scelta finale sarebbe stata sua». Così è stato. Niente più Sassari, ma di nuovo Cagliari per l’Ares – la delibera è stata presentata dall’assessore sanità Mario Nieddu – che da gennaio gestirà gli acquisti e le buste paga per tutte le altre Aziende.

Una sola sorpresa. Il trasferimento da Sassari a Cagliari dell’Azienda regionale per la tutela della salute è stato l’unico colpo di scena nella riunione a Villa Devoto. Le altre sedi delle Asl, com’era inevitabile che fosse, sono state tutte confermate nei Comuni capoluogo delle Province storiche o regionali: Sassari, Olbia, Nuoro, Lanusei, Oristano, Sanluri, Iglesias e Cagliari. La numerazione sarà quella annunciata: dalla numero 1 (Sassari) fino alla 8 (Cagliari).

Non cambia l’Areus. Alcune indiscrezioni avevano dato come possibile anche il trasferimento di sede per l’Azienda che gestire le emergenze-urgenze. Invece l’Areus rimarrà a Nuoro, mentre saranno due le centrali operative del 118: una a Sassari, l’altra a Cagliari.

Commissari in bilico. La Giunta, infine, non ha preso in considerazione la possibilità di cambiare cinque degli attuali otto commissari delle Aziende socio-sanitarie, messi invece in discussione dalla Corte costituzionale, con una recente sentenza sull’illegittimità o meno della riforma. Secondo i giudici, infatti, Gesuina Cherchi (Nuoro), Ugo Stochino (Ogliastra), Alessandro Baccoli (Medio Campidano), Gianfranco Casu (Sulcis) e Bruno Simola (Cagliari) non potevano essere nominati perché «non presenti nell’elenco nazionale dei manager». Ma ormai manca solo un mese e qualche giorno alla fine del loro mandato e la Giunta ha deciso di soprassedere.

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