Esultò per la morte di Altea Bacco chiede perdono
di Silvia Sanna
Il medico vegano pubblicò sui social un post offensivo sul cacciatore scomparso
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SASSARI. Chiede scusa alla famiglia Altea, ammette di avere sbagliato, aggiunge che l’avrebbe fatto già da tempo se gli avvocati non l’avessero dissuaso «vista la tensione altissima di quei giorni in cui ricevetti pesantissime minacce, indirizzate a me e alla mia famiglia». Vegano convinto, nel gennaio 2020 si felicitò con un post su Facebook per la morte di un cacciatore in Gallura. Lui è Pasquale Mario Bacco, 48 anni, medico legale pugliese, di Battipaglia. Da qualche giorno spopola in tv: varie trasmissioni nazionali gli spalancano le porte per dargli modo di raccontare la sua clamorosa conversione: da negazionista del Covid “non è pericoloso e non uccide nessuno” a medico pentito e preoccupato “il virus è letale anche per i giovani”, da leader acclamato nelle piazze dei no vax “il vaccino contiene acqua di fogna” a sostenitore del vaccino “è l’arma che abbiamo per proteggerci, vaccino e terapie devono camminare insieme”. Bacco è uno che prende spesso posizioni estreme e finisce nell’occhio del ciclone. Così come accadde in Sardegna poco meno di due anni fa.
Il post sul cacciatore. Era il 6 gennaio del 2020. Il giorno prima Andrea Altea, 43 anni, assessore comunale ad Aggius, aveva perso la vita durante una battuta di caccia, raggiunto alla testa dal colpo partito accidentalmente dal fucile di un compagno. Il dottor Bacco, vegano, commentò così la notizia in un post su Facebook: “Ha avuto quello che lui aveva riservato a un altro essere vivente. Ogni cacciatore che muore si illumina una stella in cielo”. Sentito dalla Nuova, spiegò di non avere nulla contro l’assessore Altea, che neppure conosceva, ma di detestare i cacciatori. Dopo due procedimenti disciplinari, un ammonimento, denunce e interrogazioni varie, Bacco china il capo: «I cacciatori non mi piacciono, perché uccidono gli animali per diletto. Ma la morte non si augura a nessuno. Le parole di quel post erano riprovevoli, non si offendono i familiari di una persona scomparsa. Mi dispiace moltissimo».
«Chiedo scusa». Poi Bacco riavvolge il nastro e con il pensiero torna indietro a quel giorno: «Ricordo che stavo uscendo da un supermercato e lessi la notizia della morte del cacciatore in Sardegna. Scrissi d’istinto quel post su Facebook convinto che sarebbe rimasto lì. Sono un semplice medico, non ricopro incarichi istituzionali, ho parlato a nome mio e di nessun altro. Non avrei mai creduto che quelle parole sarebbero diventate virali e sarebbero arrivate alla famiglia del cacciatore, distrutta dal dolore per la sua morte. Invece si scatenò il finimondo. Fui travolto dalle critiche, ricevetti minacce, qualcuno mi scrisse “metteremo il fucile in bocca ai tuoi figli”. Fui denunciato, l’ordine dei medici avviò due procedimenti disciplinari. Finì con un ammonimento: il giudice convenne sul fatto che non ero responsabile della circolazione di quel post, che ero convinto sarebbe rimasto lì nelle mia bacheca e letto solo dai miei amici e follower. Invece le cose non andarono così e me ne dispiaccio, perché le parole hanno un peso e quello ho scritto aggiunse dolore a una famiglia già duramente provata. Ecco, vorrei che arrivasse loro questo messaggio di scuse, che magari un giorno, se vorranno, potrò porgere anche di persona».
Da novax a provax. Le scuse Pasquale Mario Bacco in questi giorni le rivolge anche ai medici, categoria alla quale appartiene e dalla quale è stato sospeso a marzo per non essersi vaccinato. In questi mesi il cofondatore dell’associazione l’Eretico definì i medici “strumenti di morte” perché davano ai pazienti l’ossigeno che ossidava i loro polmoni. «Ho sbagliato, mi sono reso conto che il Covid fa male davvero. Consiglio a chi crede il contrario di fare un giro in una terapia intensiva». A segnare la svolta è stato soprattutto un episodio: «Ho visto un giovane, 29 anni, in fin di vita perché colpito dal Covid. Dai suoi familiari ho saputo che era un mio seguace, condivideva il mio pensiero e le mie battaglie. Mi sono sentito in colpa, ho percepito la mia responsabilità in quella vicenda e in molte altre. Per questo ora dico che bisogna dialogare – aggiunge Bacco – trovare una mediazione tra posizioni all’antitesi, capire che vaccino e terapie possono e devono camminare insieme. Invece sinora la contrapposizione è stata tra i novax, che sostengono che ogni morto è un morto da vaccino, e i sivax, secondo i quali ogni morto è deceduto per Covid. Ecco, così non va bene perché lo scontro è inevitabile». Il suo cambiamento radicale d’opinione ha suscitato l’ira di molti no vax «tra loro ci sono persone pericolose che mi minacciano», ha detto Bacco. Che dopo essersi dimesso dall’associazione l’Eretico guarda avanti. Per dimostrare il suo pentimento ha deciso che non si opporrà alla sospensione dall’ordine, che in assenza di un suo ricorso diventerà esecutiva a gennaio. «Per 6 mesi non lavorerò, ho sbagliato ed è giusto che venga punito. Forse scriverò un libro». I social, invece, li maneggerà con cautela.
Il post sul cacciatore. Era il 6 gennaio del 2020. Il giorno prima Andrea Altea, 43 anni, assessore comunale ad Aggius, aveva perso la vita durante una battuta di caccia, raggiunto alla testa dal colpo partito accidentalmente dal fucile di un compagno. Il dottor Bacco, vegano, commentò così la notizia in un post su Facebook: “Ha avuto quello che lui aveva riservato a un altro essere vivente. Ogni cacciatore che muore si illumina una stella in cielo”. Sentito dalla Nuova, spiegò di non avere nulla contro l’assessore Altea, che neppure conosceva, ma di detestare i cacciatori. Dopo due procedimenti disciplinari, un ammonimento, denunce e interrogazioni varie, Bacco china il capo: «I cacciatori non mi piacciono, perché uccidono gli animali per diletto. Ma la morte non si augura a nessuno. Le parole di quel post erano riprovevoli, non si offendono i familiari di una persona scomparsa. Mi dispiace moltissimo».
«Chiedo scusa». Poi Bacco riavvolge il nastro e con il pensiero torna indietro a quel giorno: «Ricordo che stavo uscendo da un supermercato e lessi la notizia della morte del cacciatore in Sardegna. Scrissi d’istinto quel post su Facebook convinto che sarebbe rimasto lì. Sono un semplice medico, non ricopro incarichi istituzionali, ho parlato a nome mio e di nessun altro. Non avrei mai creduto che quelle parole sarebbero diventate virali e sarebbero arrivate alla famiglia del cacciatore, distrutta dal dolore per la sua morte. Invece si scatenò il finimondo. Fui travolto dalle critiche, ricevetti minacce, qualcuno mi scrisse “metteremo il fucile in bocca ai tuoi figli”. Fui denunciato, l’ordine dei medici avviò due procedimenti disciplinari. Finì con un ammonimento: il giudice convenne sul fatto che non ero responsabile della circolazione di quel post, che ero convinto sarebbe rimasto lì nelle mia bacheca e letto solo dai miei amici e follower. Invece le cose non andarono così e me ne dispiaccio, perché le parole hanno un peso e quello ho scritto aggiunse dolore a una famiglia già duramente provata. Ecco, vorrei che arrivasse loro questo messaggio di scuse, che magari un giorno, se vorranno, potrò porgere anche di persona».
Da novax a provax. Le scuse Pasquale Mario Bacco in questi giorni le rivolge anche ai medici, categoria alla quale appartiene e dalla quale è stato sospeso a marzo per non essersi vaccinato. In questi mesi il cofondatore dell’associazione l’Eretico definì i medici “strumenti di morte” perché davano ai pazienti l’ossigeno che ossidava i loro polmoni. «Ho sbagliato, mi sono reso conto che il Covid fa male davvero. Consiglio a chi crede il contrario di fare un giro in una terapia intensiva». A segnare la svolta è stato soprattutto un episodio: «Ho visto un giovane, 29 anni, in fin di vita perché colpito dal Covid. Dai suoi familiari ho saputo che era un mio seguace, condivideva il mio pensiero e le mie battaglie. Mi sono sentito in colpa, ho percepito la mia responsabilità in quella vicenda e in molte altre. Per questo ora dico che bisogna dialogare – aggiunge Bacco – trovare una mediazione tra posizioni all’antitesi, capire che vaccino e terapie possono e devono camminare insieme. Invece sinora la contrapposizione è stata tra i novax, che sostengono che ogni morto è un morto da vaccino, e i sivax, secondo i quali ogni morto è deceduto per Covid. Ecco, così non va bene perché lo scontro è inevitabile». Il suo cambiamento radicale d’opinione ha suscitato l’ira di molti no vax «tra loro ci sono persone pericolose che mi minacciano», ha detto Bacco. Che dopo essersi dimesso dall’associazione l’Eretico guarda avanti. Per dimostrare il suo pentimento ha deciso che non si opporrà alla sospensione dall’ordine, che in assenza di un suo ricorso diventerà esecutiva a gennaio. «Per 6 mesi non lavorerò, ho sbagliato ed è giusto che venga punito. Forse scriverò un libro». I social, invece, li maneggerà con cautela.