La Nuova Sardegna

«Litorali assediati ma numero chiuso difficile da imitare»

di Antonello Palmas
«Litorali assediati ma numero chiuso difficile da imitare»

Medau (Pula): «In Gallura carico antropico eccezionale Però anche noi potremmo valutare la scelta in futuro»

05 dicembre 2021
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SASSARI. Da una parte un’isola che giustamente spinge per recuperare i flussi turistici dell’era pre Covid e punta sui grandi numeri che inevitabilmente fanno leva (indovina un po’?) su spiagge tra le più belle del mondo. Dall’altra l’esigenza di salvaguardare i litorali, che non sono luoghi da spremere per fare soldi ma pezzi importanti di un ecosistema. Da qui la scelta della sindaca di San Teodoro Rita Deretta di imporre il numero chiuso alla Cinta e a Cala Brandinchi, dopo una stagione che ha aperto molti interrogativi sulla qualità del turismo nell’isola, con un paese non abbastanza grande da sopportare l’invasione di 120mila persone.

Ecco cosa ne pensano due colleghi della Deretta. Carla Medau, sindaca di Pula: «San Teodoro ha numeri molto elevati rispetto ad altri, ho visto i numeri della scorsa estate e devo dire che loro hanno ottenuto dei risultati straordinari. Ma probabilmente il carico antropico sulle spiagge, elementi di un sistema molto fragile ed esposto a usura, è stato elevatissimo. Si tratta quindi di una scelta che condivido, sicuramente ponderata, anche se non semplice, anche perché restringere l’accesso ai litorali significa rendere più appetibili quelli vicini. Anche la scelta dell’eliminazione dei mastelli e dei cestini dei rifiuti dai litorali (cosa che anche la mia amministrazione ha fatto) è da apprezzare: all’ora di pranzo e nel pomeriggio intorno a essi si trovava di tutto, dal materassino alla sdraio rotta, dal pannolino ai resti di alimenti che attirano insetti, con problemi estetici e ambientali. Meglio predisporre isole ecologiche».

Al numero chiuso ci ha pensato anche lei? « Per la spiaggia di Nora, che pure è quella che sopporta il maggior carico antropico, non abbiamo fatto ancora una riflessione di questo tipo – risponde la Medau – ma negli anni a venire si potrà valutare: se dal punto di vista ambientale è sicuramente la scelta migliore, c’è anche da considerare che l’offerta turistica resta comunque molto legata al mare. Sono d’accordo con la Deretta sul fatto che la proposta non debba essere solo balneare, e infatti ci attrezziamo per valorizzare il patrimonio montano, gli eventi sportivi, il golf. Ma, inutile nascondercelo, la spiaggia è oggettivamente la prima destinazione che il visitatore cerca quando programma un viaggio nell’isola». C’è da interrogarsi su che tipo di turismo vogliamo, dopo scelte come quella di San Teodoro che segue Stintino e Baunei: «Io credo che la Sardegna sia in grado di offrire servizi per ogni tipo di turismo, da quello con ampie potenzialità di spesa a quello familiare. Il turista trova sempre qualcosa da fare e ci sono aree, come l’Ogliastra, che si specializzano nelle attrazioni montane, con ottimi risultati».

Per il sindaco di Alghero, Mario Conoci, «il numero chiuso non è una strada percorribile in una realtà come la nostra, dove ci sono litorali molto grandi e difficili da controllare: solo il Lido è lungo 5-6 km, e anche a Mugoni non sarebbe facile. Stiamo invece pensando a un’altra soluzione: Comune e Parco di Porto Conte pensano all’adozione di un’app in grado di fornire in tempo reale un quadro delle presenze in ciascuna spiaggia e indirizzare così l’afflusso nei litorali meno congestionati».

(ha collaborato n.nieddu)

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