La Nuova Sardegna

Ecco il vino dell’«isola che non c’è»

di Marco Bittau
Ecco il vino dell’«isola che non c’è»

A Culuccia la famiglia Boglione (Superga, Robe di Kappa) ha  impiantato in riva al mare un vigneto per produrre vermentino docg

18 febbraio 2022
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Bollicine sulla spiaggia di Culuccia, l’isola più green del Mediterraneo. Non un semplice brindisi, ma una vera produzione d’eccellenza da vigneti impiantati direttamente in riva al mare. Un tempo deserto e abbandonato, oggi questo fazzoletto di terra – appena 300 ettari nel territorio comunale di Santa Teresa Gallura, tra Porto Pollo e Porto Pozzo, davanti all’arcipelago della Maddalena – è diventato un’azienda agrituristica modello di ecosostenibilità dove si produce un vino unico nel panorama enologico nazionale. È la Biru Agricola srl, start up agroalimentare creata dai proprietari dell’isola, Stella e Marco Boglione, lui imprenditore 65enne torinese e presidente del gruppo BasicNet, titolare dei marchi d'abbigliamento per sport e tempo libero Superga, K-Way, Sebago e Robe di Kappa.

Sull’isola, a Puntata, a pochi metri dal mare, è stato ripiantato uno storico vigneto per la produzione del vermentino docg di Gallura. Tutto grazie alle cure di Andrea Pala, di Luras, già premiato nel 2021 come miglior giovane enologo d’Italia. I vini di Culuccia a breve saranno imbottigliati: due bianchi fermi e uno spumante realizzato con metodo classico. La prima vendemmia è stata fatta lo scorso agosto, in realtà è stata una pre vendemmia con la raccolta di uve non troppo mature per creare una base spumante. Un processo di vinificazione durato mesi, con passaggi nei serbatoi di acciaio e una seconda rifermentazione nelle botti. Le bottiglie saranno pronte tra poco, marzo o aprile 2022. Prima i bianchi fermi, poi a fine anno lo spumante.

«Il vigneto si trova a pochi metri dal mare, praticamente sulla sabbia, e non ha alcun sistema di irrigazione – dice Pala –. Le piante crescono adattandosi e seguendo le condizioni climatiche della zona, in modo naturale. E non potrebbe essere altrimenti in un’isola tra le più eco sostenibili nel mondo».

A Culuccia l’imbottigliamento delle prime bollicine sarà una grande festa. Un momento importante per Biru Agricola srl che aggiunge il vino alla produzione di miele, mirto, gin e all’allevamento di ostriche frutto del restauro delle antiche strutture di allevamento dei mitili, ottenuto anche grazie alla collaborazione con l’Università di Sassari.

La Culuccia è la classica “isola che non c’è”, che però esiste davvero. Un’isola (ma in realtà è una penisola sospesa nel regno dei surfisti, tra Porto Pozzo e Porto Pollo) totalmente green, dove i divieti a protezione del territorio sono diventati una grande opportunità. Un luogo dove tutto è ecologico, dove non esiste il cemento, la plastica è bandita e l'energia elettrica è prodotta con pannelli solari e un generatore di emergenza.

Alle spalle di Culuccia c’è una lunga storia: l’isola delle Vacche, come tutti la conoscono, è stata fino al 1996 di proprietà della famiglia Sanna, possidenti conosciuti in tutta la Gallura. Dal 1923 al 1996 l’unico abitante è stato Angelo “Ziu Agnuleddu” Sanna, arrivato a Culuccia dopo aver abbandonato il suo lavoro di ufficiale postale a Santa Teresa. Una vita da eremita, la sua, trascorsa allevando maiali, capretti e mucche. Era stato proprio “Ziu Agnuleddu” a piantare a Puntata il primo vigneto negli anni Cinquanta. Per questo il brindisi con il nuovo vino sarà dedicato anche a lui.

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