La Nuova Sardegna

Orgosolo non scorda il sacrificio di un prete che credeva nei giovani

di Paolo Merlini
Orgosolo non scorda il sacrificio di un prete che credeva nei giovani

In memoria di don Graziano Muntoni una piazza del paese. Il suo impegno prosegue con una fondazione sociale

02 marzo 2022
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ORGOSOLO. Dal 2001 piazza Santa Croce, un piccolo parco attrezzato con giochi per bambini al centro del paese, costellato di lecci e cedri, è intitolata a don Graziano Muntoni, il prete coraggio di Orgosolo, morto ammazzato la vigilia di Natale del 1998. Come ogni mattina il vice parroco si stava recando a dire messa quando fu centrato da una scarica di pallettoni che lo uccise all’istante. A più di vent’anni da quell’agguato, che sconvolse l’intera comunità sarda, nulla si sa dell’identità di chi decise di porre fine in modo così atroce alla vita improntata alla solidarietà del sacerdote 57enne, né quali assurde motivazioni portarono alla sua esecuzione. Il responsabile non è mai stato individuato, anche se il nome di don Graziano Muntoni venne fuori da frammenti di intercettazioni di ambienti della malavita orgolese; anche quando sembrò che le indagini avessero in qualche modo individuato il mondo dal quale era scaturita la decisione di eliminare il sacerdote, cioè il giro di estorsioni radicato a Orgosolo in quegli anni, la pista degli investigatori non portò ad alcuna incriminazione. Ci furono anzi depistaggi che, nella peggiore tradizione della macchina del fango, vollero legare la sua morte al ruolo di educatore delle generazioni più giovani. È invece opinione diffusa che Graziano Muntoni, uomo franco e di formazione laica diventato sacerdote in età matura, dopo un passato da insegnante e amministratore comunale a Fonni, il suo paese natale, avesse deciso di prendere di petto uno o più persone coinvolte nel racket per tentare di riportarle sulla retta via, probabilmente per la loro giovane età. Un gesto cristiano, da padre spirituale di una comunità che sentiva di proteggere in tutti i suoi componenti, che gli si ritorse contro: don Graziano era diventato un personaggio da far tacere. Il suo non fu un omicidio isolato: negli anni seguirono altri fatti di sangue tra i quali l’assassinio del poeta e sindacalista Peppino Marotto, una figura per molti versi simbolica di Orgosolo.

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Francesco Mariani, il sacerdote giornalista e sociologo che da tempo è voce e penna della curia nuorese, oggi dirige la fondazione Don Graziano Muntoni, ente che sovrintende tra l’altro a tutte le attività dell’instancabile Caritas nuorese. «Il nostro motto – dice Mariani – è proprio una frase di don Graziano: “Sa balentia est amare”. È stato un educatore che non faceva sconti a nessuno, e questo probabilmente fu all’origine del suo omicidio. L’unica consolazione è che il sangue di un martire genera sempre nuovi cristiani. Dopo la sua morte a Orgosolo c’è stata un’esplosione di vocazioni religiose che continua ancora oggi».

La fondazione Don Graziano Muntoni si occupa di borse di studio e di concreta solidarietà verso chi soffre. Caterina Muntoni, sorella del sacerdote ucciso, è una figura attivissima e fondamentale del braccio operativo della fondazione, la Caritas, e in particolare della mensa alla quale si rivolgono sempre più persone in città. Già all’indomani dell’omicidio la donna ebbe parole di compassione per chi aveva ucciso il fratello: «Graziano è ancora con noi – disse al suo funerale – preghiamo per chi lo ha ucciso». Negli anni successivi ha partecipato a numerosi dibattiti e incontri nelle scuole in cui ha sempre avuto parole di perdono per chi spezzò la vita del sacerdote alle 6:30 del 24 dicembre 1998. Nella piazza che porta il suo nome un busto in bronzo ne ricorda il sacrificio.
 

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