La Nuova Sardegna

La ragnatela di De Giorgi tra favori, affari e promesse

di Mauro Lissia
Valerio De Giorgi
Valerio De Giorgi

Nelle chat dell’ex onorevole centinaia di nomi del mondo politico ed economico

25 marzo 2022
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CAGLIARI. La regola era chiara: entri nella cabina elettorale, metti la croce su Valerio De Giorgi, fotografi la scheda con lo smartphone e mi mandi la foto. Era un reato, ma pazienza per i dodici sostenitori che adesso sono indagati per concorso in voto di scambio: il leader di Sardegna Forte, luogotenente della Guardia di Finanza prestato alla politica e forse a qualche affaruccio parallelo, voleva essere sicuro della sua platea elettorale. D’altronde dietro quel sostegno c’erano promesse che gli stessi supporter interrogati dalle Fiamme Gialle hanno confermato: posti di lavoro, progressioni di carriera alla Regione, finanziamenti di attività d’impresa. Valerio prometteva perché poteva contare su una rete di amicizie e contatti («ma come fai a conoscere tanta gente? Tu conosci tutti» gli chiedeva via chat un’elettrice entusiasta) che a leggere le carte del procedimento per tentata truffa, corruzione e voto di scambio, quello che l’ha condotto martedì scorso agli arresti domiciliari, è davvero strabiliante.

Scrive il pm Giangiacomo Pilia nella sua richiesta di misure cautelari: «La rete di conoscenze di De Giorgi non si ferma al mondo della politica, ma coinvolge anche quello economico». Ecco perché, come risulta dal materiale recuperato dal suo smartphone, il suo ufficio assomiglia a quello di Don Ersilio nell’Oro di Napoli: «Si rivolgono a lui per qualsiasi cosa - osserva il magistrato - un prestito, pratiche edilizie da risolvere, soprattutto per posti di lavoro». Se poi gli manca qualche riferimento, cerca e trova aiuti sul posto: per il difficile quartiere di Sant’Elia, dove ha sbancato le urne candidandosi con Fortza Paris, c’è l’appuntato Michele Sandokan Ortodosso, un mago della comunicazione essenziale.

Lui, De Giorgi, ascolta tutti e parla con tutti. L’elenco dei suoi contatti accertati dalle Fiamme Gialle è nel carteggio del procedimento: personaggi molto noti negli ambienti della politica, dell’impresa, dell’economia. Contatti, non complici nei reati, peraltro presunti. Gente che conta o su cui De Giorgi ha appoggiato la sua mano santa: «A Cagliari ho eletto Polastri con trecento voti» si vanta in una conversazione whatsapp dove passa in rassegna i suoi successi, anche quelli presunti, nell’arena elettorale. Tra i protetti, oltre il consigliere comunale cagliaritano Marcello Polastri, la Procura gli affianca Salvatore Congiu, della tenenza di Ozieri, che però incassa nel capoluogo soltanto la miseria di 39 preferenze.

Ma dagli atti dell’inchiesta emergono profili impensabili, legati al suo ruolo di finanziere: i commilitoni che lo indagano gli attribuiscono il sostegno anche politico di un lungo elenco di ufficiali e graduati, di cui - risulta dal suo smartphone - copia i numeri di telefono dai registri d’ufficio: servono per mandare santini elettorali, ma soprattutto per «influire sulle dinamiche interne al Corpo - scrive il pm - nonché sulla linea di comando». In una chat con Sandokan Ortodosso l’onorevole De Giorgi, infastidito per le indagini che lo riguardano, si sfoga: «Fammi sapere di quel c... del csm (Capo di Stato Maggiore) e di quel cazzo che deve fare. Cerca di capirlo, altrimenti a questo giro li querelo. Non hanno capito una beata minchia!». Ancora: il pm cita relazioni di servizio firmate da colleghi in cui a De Giorgi viene attribuita «attività tesa ad acquisire informazioni su chi conducesse le indagini sul suo conto» e «plurime intimidazioni e minacce» rivolte a fermare il lavoro investigativo. Insomma: De Giorgi si muove a tutto campo, al punto da provare a condizionare - senza successo - l’attività della Guardia di Finanza.

In questo quadro le accuse di aver sfruttato il proprio ruolo istituzionale e politico per favorire il costruttore Corrado Deiana, con integrazioni di comodo delle norme sul piano casa, appaiono meno sorprendenti. Così come quelle di aver pilotato la costituzione di una Pro Loco cagliaritana per farne un attrattore di contributi pubblici. Accuse a cui De Giorgi dovrà rispondere nei prossimi giorni nell’esame di garanzia insieme a Marco Pili e Corrado Deiana, finiti anch’essi in custodia domiciliare.


 

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