La Nuova Sardegna

La Sardegna, un paradiso minacciato da piccole e grandi violenze

di Roberto Petretto
La Sardegna, un paradiso minacciato da piccole e grandi violenze

La percentuale di suolo consumato è bassa, ma ci sono tanti siti compromessi

23 aprile 2022
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SASSARI. La vita in Sardegna è ancora così come, poeticamente, la descriveva Fabrizio De André? «Forse la migliore che un uomo possa augurarsi: ventiquattro mila chilometri di foreste, di campagne, di coste immerse in un mare miracoloso dovrebbero coincidere con quello che io consiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso»? Anche in questo la Sardegna è terra di contraddizioni: vaste zone incontaminate coesistono con aree inquinate e pericolose. C’è di tutto, in questa isola baciata da un dio generoso e a volte violentata dagli uomini. La Giornata della terra è una data sul calendario, come tante altre ricorrenze. Ma come tante altre ricorrenze è lì a ravvivare la nostra memoria, a ricordarci cose che dovremmo avere ben presenti tutti i giorni.

Il consumo del suolo. Siamo pochi su un territorio vasto. Il consumo del suolo in Sardegna non è a livelli allarmanti: appena il 3,3 per cento del totale. Un dato molto inferiore a quello medio Italiano che è del 7,1 per cento. Percentuali più basse della Sardegna hanno solo la valle d’Aosta (2,1), il Trentino Alto Adige (3,1) e la Basilicata (3,2). Ovviamente la concentrazione maggiore di costruzioni si trova nei grandi centri urbani e lungo le coste. La superficie effettiva consumata è di quasi 80mila ettari. Per la precisione 79.545. Negli ultimi dieci anni questa cifra è cresciuta dai 77.762 del 2012.

Secondo l’ultimo rapporto Ispra «tra le città più grandi si segnala il grado di artificializzazione di Torino (65,0%), Napoli (62,9%), Milano (58,2%), Pescara (51,4%), Padova (49,6%), Monza (49,3%), Bergamo (44,6%), Brescia (44,1%), Bari (43,1%) e Firenze (41,9%).

Le aree inquinate. Il discorso cambia se si volta lo sguardo verso le zone inquinate. Tra miniere e cave, aree industriali (magari dismesse), vecchie discariche, siti militari, depositi di carburanti, nell’isola il “Piano regionale di gestione dei rifiuti e di bonifica delle aree inquinate” individua un migliaio di siti a cui prestare attenzione. «Con l’obiettivo di definire lo stato di attuazione delle attività di bonifica, è stata organizzata e portata avanti un’attività di censimento dei siti sui quali sono in atto procedimenti di bonifica». Ci sono 404 discariche di rifiuti solidi urbani, 151 siti minerari, 257 impianti di carburante, 169 siti industriali, 9 siti militari e 14 classificati come “altri siti”.

Dei siti industriali 57 si trovano all’interno della Città Metropolitana di Cagliari; 53 nella provincia di Sassari; 46 in quella del Sud Sardegna; 9 a Nuoro e 4 a Oristano.

Le vecchie discariche dismesse sono in prevalenza in provincia di Nuoro (106) e nel Sud Sardegna (105). 91 a Sassari, 87 a Oristano, 15 a Cagliari.

I siti minerari sono in gran parte nel Sud Sardegna (ben 137). Per il resto: 3 a Cagliari, 5 a Sassari e 6 a Nuoro.

Siti di interesse nazionale. Per la complessità e l’estensione del problema che rappresentano, in Sardegna due siti sono stati classificati di “interesse nazionale”: quello di Porto Torres, che comprende l’area industriale di Porto Torres, le aree a mare contigue e la discarica di Calancoi; quello del Sulcis Iglesiente-Guspinese, che comprende gli agglomerati industriali di Portovesme, Sarroch e Macchiareddu, le aree industriali di Villacidro e San Gavino Monreale, e le aree minerarie dismesse presenti all’interno del sito.

Quadro incompleto. Quello che non emerge con la dovuta completezza è invece il quadro d’insieme, fatto di abusi piccoli e grandi, comportamenti individuali che ripetuti nel tempo causano danni permanenti o comunque pesanti conseguenze (perlomeno sul piano delle spese da sostenere per interventi di bonifica) per la collettività.

La bonifica dei fanghi rossi del Sulcis, del lago dei veleni di Furtei, delle aree compromesse di Porto Torres è solo l’aspetto più evidente di una terra maltrattata. Ci sono altre violenze più piccole che, sommate, feriscono ogni giorno questa terra. Il paradiso di cui parlava De André ha tante cunette invase dai rifiuti.

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