La Nuova Sardegna

Lula candidata

L'astrofisica: «Nella scelta per l’Einstein telescope conterà l’appoggio dei governi»

Roberto Petretto
L'astrofisica: «Nella scelta per l’Einstein telescope conterà l’appoggio dei governi»

Il parere di Marica Branchesi: «La Sardegna centro di esplorazione dell’universo»

29 settembre 2022
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Sassari Il sostegno di Draghi alla candidatura di Lula come sede dell’Einstein telescope è importante anche se arriva da un presidente del Consiglio che presto cederà il passo. Il progetto Et prevede un investimento infrastrutturale di almeno un miliardo e mezzo di euro per la creazione di un grande polo scientifico internazionale. La vecchia miniera di Sos Enattos potrebbe diventare un centro di ricerca di importanza mondiale. Quando si deciderà? Pare non prima del 2025, però il lavoro preparatorio va avanti. Il 7 ottobre si riunirà per la prima volta il comitato scientifico internazionale incaricato di studiare la realizzazione del progetto. Del comitato fa parte Marica Branchesi, professoressa del Gran Sasso scienze institute, associata Infn e presidente del Consiglio scientifico dell’Istituto nazionale di astrofisica: «In ottobre ci sarà la prima riunione on line che farà il punto sulla collaborazione - dice la scienziata -. Parleremo del lavoro che stanno svolgendo i vari board: quello che si occupa dello sviluppo scienza, quello degli sviluppi tecnologici, degli sviluppi delle infrastrutture. Dopo la prima riunione ce ne sarà una ogni mese circa. A metà ottobre al Gran Sasso Science institute ci sarà il primo workshop in presenza che riguarderà la parte di sviluppo dell’interferometro e a novembre il meeting annuale della collaborazione Einstein telescope, a Cascina dove ha sede l'Osservatorio Gravitazionale Europeo – Ego -, e dove si trova l’interferometro Virgo».

La professoressa Branchesi fa il punto della situazione: «La collaborazione sta andando avanti. Ci sono sia i gruppi che lavorano sulle prospettive osservative che quelli che lavorano allo sviluppo della tecnologia. Io mi occupo della parte dello sviluppo della scienza. Stiamo portando avanti tante simulazioni per capire cosa Et riuscirà ad osservare. C'è tanto lavoro anche nel costruire le sinergie con altri strumenti che osservano l'Universo, tipo il telescopio di 40 metri a Paranal in Cile, Elt, il Cherenkov telescope array che vedrà i fotoni di più alta energia, e le antenne radio di Ska. Sono tutti gli osservatori in cui l’Europa è maggiormente coinvolta per il futuro».

Il percorso è ancora lungo: «C’è tanto lavoro ma anche tanto entusiasmo per questo strumento che ci permetterà di osservare l’intero universo osservabile. Ci sono tanti giovani che stanno lavorando al progetto, sono loro che poi lo guideranno e dobbiamo coinvolgerli il più possibile».

Il lavoro preparatorio a Et sta mostrando come sia possibile abbattere tutte le barriere: «Le scoperte degli ultimi anni, sia il Bosone di Higgs che l’astronomia delle onde gravitazionali, ci hanno mostrato chiaramente come le barriere vadano totalmente abbattute - dice ancora Marica Branchesi -. La diversità e l’inclusività sono fondamentali. Et è uno strumento talmente importante per l’astrofisica del futuro che deve veramente accogliere tutti, anche comunità diverse. La comunità degli astrofisici, dei fisici delle onde gravitazionali, ma anche fisici nucleari, dei cosmologi. Il lavoro ora è proprio quello di unire tante comunità diverse, far capire le potenzialità di questo strumento e di lavorare fin da adesso per trovare tutte le sinergie. La scienza deve essere un ponte di pace, un esempio per la società di come sia importante lavorare insieme nella diversità».

Poi arriverà il momento della scelta. In ballo ci sono un sito tra Paesi Bassi e Germania e Sos Enattos in Sardegna: «C’è uno studio dei due siti: arriveremo ad un punto in cui ci sarà un confronto delle potenzialità. Quella della Sardegna è enorme dal punto di vista geologico per come il sito è strutturato. Dopo la caratterizzazione dei siti ci sarà la selezione che dovrà essere la più oggettiva possibile. Conterà poi anche la dotazione di infrastrutture e quanto i governi appoggeranno questi grandi esperimenti. Per l’Italia sarebbe un enorme volano dal punto di vista dell’economia: investi ora, ma avrai un ritorno molto forte, xcon lavoro per tante persone. La Sardegna diventerebbe il centro di esplorazione dell'universo. Sarebbe quasi come portare il Cern in Sardegna. Una grandissima opportunità per la Sardegna e per l’Italia».

La mossa di Draghi è stata accolta con favore: «Sono molto contenta che la candidatura italiana sia stata appoggiata dal Governo. Un appoggio messo nero su bianco, che rappresenta una risposta al governo olandese che, ugualmente, ha dichiarato di supportare il loro sito. E l'appoggio a ET deve venire da tutti i paesi Europei».

L’astrofisica ha un legame forte con l’isola: «Conosco bene la Sardegna, frequento il nuorese e l’Ogliastra da quando ero piccolissima e torno sempre con grande piacere. Ho trascorso tante estati a Bari Sardo dove ho tantissimi amici. Conosco bene anche il sito di sos Enattos, anche se non sono mai stata nella miniera. C’è stato il mio compagno, anche lui lavora nel settore, per sistemare i sismometri che permetteranno la caratterizzazione del sito. Io dovrò rimediare al più presto».
 

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