La Nuova Sardegna

Dimissioni del primo ministro

Il disastro della Truss, prima vittima della Brexit

Nicolò Migheli
Il disastro della Truss, prima vittima della Brexit

21 ottobre 2022
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Liz Truss ha rassegnato le dimissioni dopo un governo turbolento durato solo 45 giorni; con misure finanziarie che hanno fatto crollare la sterlina. Il più breve periodo per un Primo Ministro di tutta la storia britannica. Bocciata dai mercati, dopo l’abbandono di due dei suoi ministri si è resa conto di essere impossibilitata a governare. Truss ha detto che era entrata in carica per realizzare un’economia con una bassa tassazione che desse gambe al progetto della Brexit, ma che data la situazione è impossibile da realizzare.  

Per questo motivo è costretta a lasciare il governo. Lo stesso giorno l’Economist era uscito con una copertina che la ritraeva nei panni della Britannia con il titolo Welcome to Britaly, dove con l’uso di molti stereotipi si assimilava l’Uk all’Italia; dipingendo il regno come il malato d’Europa. Il quarto PM dal 2016, un ritmo sconosciuto Oltre Manica. Sir Graham Brady presidente del comitato 1922 dei Tory sostiene che il successore verrà eletto entro la prossima settimana. Si fanno i nomi dell’ex ministro delle finanze Rishi Sunak, e di Kemi Badenoch segretario per il commercio internazionale. Si è autoescluso l’attuale ministro delle finanze Jeremy Hunt.

Le opposizioni liberal democratiche e laburiste chiedono le lezioni anticipate. I laburisti, in particolare, godono secondo i sondaggi, di 33 punti sui Tory. Il leader laburista Keir Starmer sottolinea il fallimento di 12 anni di governo conservatore, che ha realizzato una tassazione record, distrutto le istituzioni e creato una crisi economica. Non si esclude il ritorno di Boris Johnson. Ma i contrari a lui tra i conservatori sono numerosi, tanto che potrebbe avere solo 60 dei 100 voti necessari per la nomina. Contro non solo la sfiducia dei suoi compagni di partito, ma anche l’inchiesta che lo vede coinvolto per il PartyGate. Bo-Jo resta una figura divisiva all’interno del partito anche se molto popolare tra la base dei Tory.

Un sondaggio YouGov di questa settimana lo dà come miglior candidato al 32%. Nonostante quei numeri il candidato con maggiori possibilità resta l’angloindiano Rishi Sunak che se venisse eletto sarebbe il primo PM con origine nel Sub Continente, benché nato in Inghilterra e di religione indù. Liz Truss si è scontrata con due montagne. La prima è il terremoto Brexit che ha reso la vita dei britannici molto difficile. L’altra è l’intransigenza ideologica della PM, ultraliberista, convinta che le misure thatcheriane fossero ancora attuali, mentre i tempi sono cambiati di molto. La continuità di Downing Street, di questi tempi, è rappresentata da Larry the Cat, è lì da 12 anni, i premier li ha visti tutti e la sua immagine sorniona impazza nelle reti sociali.
 

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