La Nuova Sardegna

25 Novembre

Franca Viola, donna coraggio: «Fuggite da chi non vi rispetta»

di Silvia Sanna

	Franca Viola
Franca Viola

Oggi la giornata internazionale contro la violenza di genere. La storia della 17enne che rifiutò di sposare l’uomo che aveva abusato di lei e con questo gesto impose di fatto un cambiamento culturale enorme

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Sassari In quei giorni, rinchiusa nel casolare alla periferia di Alcamo – tra Trapani e Palermo – aveva già chiarissimo il da farsi. Franca Viola, 17 anni, era spaventata, preoccupata per se stessa e per la sua famiglia, che non aveva idea di che cosa le fosse accaduto. Quando dopo una settimana di botte e violenze venne liberata e tornò alla vita, Franca incrociò lo sguardo del padre: «Aveva la barba lunga, l’aveva lasciata crescere perché non sapeva se ero viva o morta. Gli dissi: io quello non lo sposo». E non lo fece, opponendosi al matrimonio riparatore, una consuetudine per l’Italia del tempo, in Sicilia e nel Sud in particolare. Franca fu la prima donna italiana a dire no, cambiando con il suo gesto le sorti di tutte le donne e dell’intero Paese. Cambiando la storia. «Ho seguito il mio cuore – racconta Franca – perché non è possibile stare con chi non si ama, con chi non ci rispetta e ci tratta male». Tante donne vivono situazioni di questo tipo e non trovano la forza di andarsene: a tutte dico scappate, allontanatevi, salvatevi».

La forza di dire no Oggi Franca Viola ha 75 anni, vive ancora nella sua Alcamo, è madre di due figli e nonna di due nipoti. Accanto a lei c’è sempre il marito Giuseppe Ruisi, l’unico ragazzo che volle sposare. Cinquasette anni dopo, Franca Viola è schiva come allora. «Non mi sento un’eroina, sono una persona normale, non credo di avere fatto qualcosa di così speciale. Ma sono fiera di avere aiutato altre donne, opponendomi a un’usanza arcaica e ingiusta». Anche quando due Papi, prima Paolo VI e più recentemente Papa Francesco (nel 2017), l’hanno abbracciata e ringraziata per il suo coraggio, lei confessa di essere rimasta senza parole: «Hanno detto tutto loro, io ero emozionatissima, onorata di poterli incontrare. E stupita, commossa, per gli elogi che mi hanno rivolto».

26 dicembre 1965 Il pensiero torna indietro a 57 anni fa, a quei giorni bui in cui Franca e la sua famiglia si batterono compatti per difendere la libertà e la dignità e per fare punire la persona che aveva abusato di lei. Filippo Melodia non accettava che Franca l’avesse respinto e allora decise di mettere in atto la sua ritorsione. La sequestrò, la picchiò e la violentò per costringerla a sposarlo. Era questa la prassi dopo un caso di violenza sessuale. Melodia sapeva di avere la legge dalla sua parte, perché le accuse di violenza nei suoi confronti sarebbero decadute un istante dopo il matrimonio con la vittima: questo stabiliva l’articolo 544 del codice penale. E il rapitore di Franca era certo che né la ragazza né la sua famiglia avrebbero sopportato la vergogna, il disonore. «E invece non aveva capito niente – dice Franca – perché io non ebbi alcun dubbio. Io non avevo colpe, ero la vittima. Era lui a dover pagare per quello che mi aveva fatto. Io e la mia famiglia abbiamo sempre camminato a testa alta, come le persone perbene. Insieme abbiamo affrontato il clamore della vicenda, i miei genitori mi sono sempre stati accanto, hanno sopportato critiche e offese ma non mi hanno mai lasciata sola. E io sono rimasta qui ad Alcamo, il mio paese, non ho mai pensato di andare da un’altra parte: io non mi devo vergognare di nulla».

Il messaggio Con il suo rifiuto, Franca Viola è stata determinante nel modificare il codice penale nella parte in cui tutelava gli autori di violenze: l'articolo 544 fu abrogato con la legge 442, promulgata il 5 agosto 1981 a sedici anni di distanza dal rapimento di Franca Viola, e solamente nel 1996 lo stupro da reato «contro la morale» sarà riconosciuto in Italia come un reato «contro la persona». Ma nonostante le maggiori tutele legislative, i casi di violenze sono in continuo aumento: «I dati purtroppo sono drammatici, sempre più donne sono vittime di partner che le picchiano, abusano di loro, non le rispettano», dice Franca. In occasione della giornata internazionale contro la violenza di genere, da questa donna simbolo di coraggio arriva un appello: «Andatevene, lasciate stare chi non vi rispetta, perché non riuscirete a cambiarlo e vi farà stare sempre peggio. Alzate la testa, dite di no, come me tanti anni fa».

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