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Fonni

Un altro inverno di attesa sul Bruncuspina: seggiovia senza collaudo, la gestione è un'incognita

di Alessandro Mele
Un altro inverno di attesa sul Bruncuspina: seggiovia senza collaudo, la gestione è un'incognita

Ancora chiusi gli impianti sciistici di risalita e di accoglienza

18 dicembre 2022
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inviato a Fonni «Resta una delle infrastrutture più importanti e strategiche della Barbagia e di tutta l’isola, ma anche quest’anno resterà chiusa». Lo afferma con un po’ di rammarico, ma senza timore alcuno, la sindaca di Fonni Daniela Falconi, raccontando la situazione nella quale versa l’impianto sciistico del Bruncuspina, sulla vetta del Comune più alto della Sardegna. Una struttura dotata di seggiovia e di centro servizi che potrebbe essere fruibile in tutti i mesi dell’anno ma che in realtà non decolla per tutta una serie di problemi tecnici e soprattutto burocratici.

Nella fitta nebbia, sulla cima al monte Spada, la scena è quella di un parco tematico dell’orrore. Dopo aver percorso alcuni chilometri, infatti, su una strada quasi senza barriere laterali e disseminata di frane, ci si ritrova in un luogo dove è ancora tutto da costruire, tra seggiole a penzoloni sui fili e una non ben precisata struttura di accoglienza all’ingresso. «L’impianto seggiovia è stato realizzato completamente – spiega Daniela Falconi – mentre i lavori di ristrutturazione del rifugio-centro servizi devono ancora partire». L’impianto è dunque pronto, ma manca il collaudo: «Se ne deve occupare il ministero dei Trasporti, ma solo dopo l’ok della Regione Sardegna. Qui nasce il problema – incalza la sindaca –, in Regione manca un funzionario che sia esperto di impianti a fune. Dopo la tragedia del Mottarone, le misure si sono giustamente inasprite, dunque la pratica non può essere gestita da un funzionario qualunque. Stiamo cercando di superare il problema, in accordo con l’assessorato regionale ai Trasporti, individuando un funzionario che sia operativo in un’altra Regione d’Italia, ma che possa occuparsi delle operazioni di collaudo».

Superato l’ostacolo dei cartelli di “lavori in corso”, la sensazione è proprio quella di essere lontani dalla giornata del fatidico taglio del nastro. Lo conferma anche la totale mancanza di adeguamento dell’assetto urbano, illuminazione compresa. Ma per la sindaca di Fonni, l’impianto dovrebbe essere affidato in gestione ancora prima della fase di collaudo: «In questi anni, abbiamo scritto un piano gestionale analizzando punti di forza, debolezza ma anche costi e benefici della struttura – commenta –. All’amministrazione comunale il compito di trovare chi può farsene carico anche se i costi sarebbero elevatissimi, anche solo pensando di aprire l’impianto per sei mesi all’anno ossia per tutta la stagione invernale e nei fine settimana nel periodo primavera-estate». Il dato economico: «Gestire il complesso del Bruncuspina – afferma Daniela Falconi – costerebbe circa 250mila euro all’anno. Un costo che nessuno a Fonni può sostenere, neanche le casse del Comune. L’obiettivo è infatti quello di contare su un intervento pubblico, magari da parte della Regione, che garantisca l’avvio dell’impianto. Aspettiamo buone notizie dalla nuova manovra finanziaria regionale».

La strada che collega Fonni all’impianto del Bruncuspina, ha tutto l’aspetto di una comune via di penetrazione agraria e non è pronta, viste soprattutto le condizione del manto stradale disseminato di crateri, ad accogliere le migliaia di persone che ogni anno raggiungono la vetta innevata del monte Spada: «Soprattutto nella stagione invernale – dice la sindaca –, quella strada non è più da considerarsi come competenza esclusiva di questo territorio, ma di interesse regionale. Assume la stessa importanza della Carlo Felice visti gli afflussi. Grazie al Pnrr, con un finanziamento complessivo di 7 milioni di euro, presto si procederà al suo completo rifacimento».


 

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