La Nuova Sardegna

Il caso

Nuoro, nessuno riconosce la paternità dell’emendamento per la Fondazione

di Simonetta Selloni
Nuoro, nessuno riconosce la paternità dell’emendamento per la Fondazione

Non si trova chi ha promosso la norma che assegna 480mila euro alla “San Pietro”

13 febbraio 2023
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Nuoro I 480mila euro che la Finanziaria regionale ha destinato, non richiesti, alla Fondazione San Pietro per l’acquisto della sua casa? «In questo momento mi coglie impreparata». Donatella Cherchi, 63 anni, la promotrice finanziaria di Abbasanta proprietaria dell’immobile di Nuoro finito al centro di un vero e proprio caso politico dai contorni da chiarire, declina ogni domanda. Raggiunta al telefono, dice: «Sto andando in chiesa, domani potrò essere più precisa».

Stessa risposta alla richiesta su cosa l’abbia spinta, lei che è di Abbasanta, ad interessarsi all’acquisizione all’asta, nel 2016, di una vecchia casa nel centro storico di Nuoro. L’immobile era di Giuliano Guida, imprenditore nuorese che con Donatella Cherchi ha condiviso una vicenda giudiziaria: entrambi condannati nel 2009 per il pasticcio del Cisi, fondazione regionale di cui Guida era direttore generale. Allora, era il 2006 quando entrambi vennero messi sotto accusa, la donna era la sua compagna.

Donatella Cherchi rinvia la risposta anche sul perché abbia aderito alla Fondazione San Pietro di Nuoro, costituita nel 2019 con fini di promozione culturale e sociale. Un’adesione durata un amen, il tanto di mettere a disposizione del patrimonio della Fondazione lo stabile, con un usufrutto della durata di dieci anni, e poi uscire di scena. Attorno a quell’immobile il mistero si infittisce.

Al di là dell’ impreparazione di Donatella Cherchi – su una questioncina quale la eventuale vendita per 480mila euro della sua proprietà – si registra la netta presa di posizione della Fondazione (presidente Egidia Carta, vice Francesco Lai) attraverso il suo Cda: la rinuncia ai 480mila euro destinati dalla Regione. «Non li abbiamo mai chiesti, non li vogliamo», hanno rimarcato i vertici della San Pietro. Se anche la Fondazione aveva intenzione, prima o poi, di acquistare uno stabile, non lo voleva fare ora, e non è detto che fosse quella la scelta, come è sottolineato nel comunicato con il quale il Cda ha respinto al mittente, ossia alla Regione, quei fondi. E torniamo quindi ai misteri, visto che in questa vicenda ce ne sono parecchi.

Intanto l’emendamento all’emendamento della Finanziaria che attribuisce i fondi è privo di paternità. L’hanno presentato i capigruppo di maggioranza, tanto che è finito dentro il provvedimento poi approvato. Ma nessuno ne sa nulla. Nulla ne sa il capogruppo di Fratelli d’Italia Fausto Piga: «Se è un’azione della maggioranza, questa proposta non è partita da Fratelli d’Italia. Votiamo le azioni condivise, non saprei dire da dove arriva».

Ma inserire in Finanziaria uno stanziamento di quasi mezzo milione di euro a beneficio di una Fondazione che non li aveva chiesti, per l’acquisto di uno stabile che ne vale decisamente meno, è passato inosservato anche per Michele Ennas, Lega: «Non è una nostra proposta, per certo». Non si ricorda nemmeno della pratica Angelo Cocciu, Forza Italia, che rimanda al consigliere FI del Nuorese Giuseppe Talanas. Il quale, sull’argomento, non ha memoria.

Qualcosa di più la rammenta il capogruppo del Psd’Az Franco Mula: «C’è una pila alta così di emendamenti, su quello specifico chiederò agli uffici che domani (oggi per chi legge ndr ) controllino gli incartamenti. Dico però che ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità delle cose che propone. E comunque, prima o poi si chiarirà chi l’ha proposto». Nel 2021 presentò con Roberto Deriu (Pd) un emendamento per sostenere con 100mila euro le attività della Fondazione appena nata, e lo stesso Deriu ha detto di aver presentato un emendamento per portare a 300mila euro la dotazione per la Finanziaria 2023. Ma l’emendamento non è passato. Sui 480mila euro, Deriu nulla sa.

Sembra pazzesco, ma nessuna parte politica ha contezza della vicenda. L’impressione che se ne ricava è che dal niente si materializzi la disponibilità di cifre consistenti per atti di spessore – l’acquisto di un immobile – senza che nessuno lo chieda. E senza che, nel can can mediatico di questi giorni, si faccia avanti e dica: quella misura l’ho proposta io. Ricapitolando: c’è una Fondazione, la San Pietro, che a Nuoro ha in usufrutto una casa, messa a disposizione dalla proprietaria che l’ha acquisita all’asta, e il cui ex proprietario era suo compagno di sventure giudiziarie.

La proprietaria è tra i soci fondatori della Fondazione, dalla quale si sfila subito dopo l’atto di costituzione. La Fondazione ottiene dalla Regione un finanziamento di 480mila euro per l’acquisto della sede. Ma non li ha mai chiesti, casca dalle nuvole e li rimanda indietro. Dalle nuvole cascano anche la proprietaria-socia fondatrice della San Pietro, i capigruppo in Consiglio regionale che hanno inserito il provvedimento nella Finanziaria, e chi l’avrebbe proposta. È vero; mater semper certa est, pater numquam . La madre certa è la Finanziaria, il padre non si sa chi sia.

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