Metanizzazione della Sardegna, primo via libera tecnico per le navi
Partiranno subito i lavori per adeguare il terminale Snam di Panigaglia
Cagliari In attesa della seduta del 23 febbraio del Consiglio di Stato che dovrà decidere se confermare, come sentenziato dal Tar, oppure bocciare, come richiesto dalla Regione, il decreto Draghi sulla metanizzazione dell’isola, dal ministero per la sicurezza energetica arriva (ieri, come da decreto) il primo atto ufficiale autorizzativo legato proprio a quel Decreto. Ciò non significa che l’udienza del 23 sia una formalità, né che sarà conclusiva, ma certo questa è una decisione che si fonda sul decreto in discussione e riguarda la “testa” della filiera, e cioè l’ampliamento del terminale di Panigaglia che Snam dovrebbe usare per rifornire le navi che faranno la spola tra la Liguria e la Sardegna. Dove? Non si sa ancora. In ogni caso adesso quei lavori, propedeutici comunque a qualsiasi soluzione si assuma, per la Sardegna possono partire perchè la commissione via Pnrr-Pniec ha stabilito che per loro non c’è alcun bisogno di ulteriori autorizzazioni e verifiche. Che faranno le navi dopo aver caricato il Gnl da quel terminale? Andranno verso Portovesme, poco probabile, oppure verso Cagliari e Porto Torres, oppure verso Oristano e Porto Torres? Il risiko geografico è in mano solo alla politica, sarda e nazionale. Da tanti mesi. E proprio sulla variabile tempo intervengono le segreterie dei sindacati del sud Sardegna.
«Non c’è tempo da perdere». Le segreterie territoriali di Cgil, Cisl e Uil bacchettano così l’assessora regionale all’Industria, Anita Pili, e chiedono che la rapidità diventi un fattore nel discorso legato al rilancio di Euralluminia: «La Regione chiede tempo e di fatto sposta la decisione del Consiglio di Stato sull’arrivo del metano in Sardegna. Dopo quattro anni di rinvii e meline di tempo, sino a oggi, ne abbiamo perso troppo – dicono Emanuele Madeddu (Filctem Cgil), Vincenzo Lai (Femca Cisl) e Pierluigi Loi (Uiltec Uil)– siamo davanti a una situazione preoccupante. C'è il rischio che Eurallumina (la azienda che lavora la bauxite per trasformarla in allumina e venderla alla Sider Alloys, fabbrica a fianco, che dovrebbe produre alluminio, ndr) ritiri il piano di investimenti da 300 milioni di euro, lasciando in strada i 200 lavoratori diretti e non creando alcuna prospettiva per le ulteriori 150 maestranze necessarie e per i 130 contrattisti. Non possiamo permettercelo ed è il contrario di quando si diceva “con la tutela degli interessi delle imprese e delle famiglie". Da mesi chiediamo un incontro senza aver mai avuto risposta. Ultima ma fondamentale, la persistente incertezza su modalità e tempistiche rispetto all’approvvigionamento del gas metano, anche e soprattutto a seguito dell’impugnazione del Decreto Draghi».
I sindacalisti chiedono altro alla Regione: «Ci aspettiamo un atto concreto e rapido sul porto di Portovesme. Perché i lavori di escavo, che devono essere finanziati dalla Regione, ancora non partono, anzi appaiono ben lontani nonostante da tempo chiediamo il commissariamento dell’opera. All’abbassamento dei fondali è legato il futuro di ogni progetto che si intende realizzare nel polo industriale di Portovesme». I sindacati avranno risposte prima del 23 febbraio? Difficile. (g.cen.)
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