Moby-Cin diffida Grimaldi e chiede mezzo miliardo
L’accusa delle società di Onorato alla compagnia concorrente. «Cerca di ostacolare il buon esito dei due concordati preventivi»
Roma Moby cita il gruppo Grimaldi per mezzo miliardo di euro. A comunicarlo sono l’amministratore delegato di Moby, Achille Onorato, e l’amministratore delegato di Cin, Compagnia italiana di navigazione, Massimo Mura, in una lettera inviata al gruppo Grimaldi Euromed, che ha come oggetto «la diffida al compimento di atti che possano ritardare e/o impedire la corretta esecuzione dei concordati preventivi omologati di Moby e di Cin». Nella lettera, i vertici di Moby e Cin ricordano, innanzitutto, che il Tribunale di Milano ha sancito «il positivo esito del percorso di ristrutturazione dell’indebitamento gravante sulle scriventi Moby e Cin», rilevando così «la piena legittimità delle proposte concordatarie presentate dalle due società in questione, approvate dalla stragrande maggioranza dei rispettivi creditori». I creditori, sottolineano i vertici di Moby e Cin, «sono stati chiamati ad esprimere la loro preferenza sulla base di un’attenta valutazione delle soluzioni alternative concretamente praticabili ai fini del soddisfacimento delle loro pretese, per come attestate dal professionista indipendente all’uopo appositamente incaricato, nonché verificate dalle terne commissariali nominate dal Tribunale».
Le iniziative del gruppo Grimaldi mirerebbero, secondo Moby e Cin, «a un risultato del tutto personale e decisamente lontano da quello che il Legislatore intende tutelare con il riconoscimento, in favore dei creditori e degli altri portatori di interessi meritevoli di tutela, del diritto di opporsi all’omologazione del concordato».
Moby e Cin rilevano, quindi, dopo il verificarsi dei fatti da cui «assume di aver subito i gravi pregiudizi che ascrive alla responsabilità di Moby e di Cin», Grimaldi «è rimasta sostanzialmente inerte, determinandosi a incardinare un giudizio di merito volto all’accertamento di tali presunti danni solo pochi mesi prima dell’adunanza fissata per l’espressione del voto da parte dei creditori sulle proposte di concordato avanzate dalle società esponenti, notificando il relativo atto di citazione solo pochi giorni prima della scadenza del termine concesso ai Commissari Giudiziali per il deposito delle rispettive relazioni». Per Moby e Cin «appare decisamente malcelato lo scopo sotteso all’iniziativa giudiziale in questione che, lungi dal riguardare l’effettivo accertamento di un credito vantato nei confronti delle esponenti, può concretamente ricondursi alla volontà di ostacolare in ogni modo possibile il buon esito dei due concordati preventivi, determinando così l’insuccesso degli stessi e l’apertura di una procedura di insolvenza in capo a Moby e a Cin».
Una «strategia vessatoria» che sottende il fine ultimo di eliminare «dal mercato marittimo, in un colpo solo, due tra i principali competitors, operativi nel settore del trasporto di passeggeri e merci da e per le isole maggiori».
Lo stesso Tribunale di Milano «ha dapprima recisamente respinto» la richiesta di Grimaldi «di essere inseriti nel novero dei creditori autorizzati a esprimere il voto sulle due proposte concordatarie, e poi rigettato in toto le infondate opposizioni all’omologazione presentate».
Moby e Cin intimano e diffidano Grimaldi «dal continuare a perseguire la capziosa e persecutoria strategia anticoncorrenziale sinora adottata». Le due società si riservano di agire nei confronti di Grimaldi «in ogni opportuna sede, per il risarcimento di tutti i danni che dovessero derivare dalla mancata e/o ritardata esecuzione dei concordati preventivi omologati dal Tribunale di Milano».
Moby e Cin quantificano stimano anche il danno: «facendo riferimento alla differenza tra la consistenza patrimoniale che le scriventi avrebbero qualora si desse esecuzione ai due concordati omologati e quella che le stesse avrebbero nel caso in cui fossero dichiarate insolventi, quantificabile in misura almeno pari alle sopravvenienze attive derivanti dallo stralcio dei debiti conseguente all’esecuzione dei rispettivi concordati e, dunque, ad una somma non inferiore a 290 milioni per Moby e a 190 per Cin».