La Nuova Sardegna

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Regione broker sui crediti edilizi per aggirare il veto del Governo

di Luigi Soriga
Regione broker sui crediti edilizi per aggirare il veto del Governo

Farà da intermediario e garante tra imprese, banche e altri attori finanziari

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Sassari La Regione Sardegna era pronta a fare da apripista sul fronte crediti incagliati nei fondali melmosi del superbonus. Uno stanziamento di 45 milioni di euro al mese per rimettere in moto i cantieri dell’edilizia. Invece l’ultimo decreto del Governo mette il veto ad ogni acquisizione dei crediti da parte degli enti pubblici. Troppo grande il rischio che i bilanci delle Regioni possano andare in rosso.

Se il piano A non è più percorribile, c’è però la possibilità di una rapida sterzata. La Regione ha infatti pronto il suo piano B. «Non acquisteremo crediti edilizi da trasformare in crediti fiscali – spiega l’assessore al Bilancio Fasolino – e così non ci sarà il rischio di allargare ancora la voragine fiscale. Lo strumento che abbiamo già messo in campo e che ora potenzieremo è perfettamente allineato ai dettami del Governo». In pratica la Regione agirà da intermediatore finanziario e, in maniera molto semplificata, l’operazione funzionerà così: la Regione stanzia 10 milioni di euro e cerca degli investitori che ne mettano in campo altrettanti. Quindi 20 milioni diventa una provvista che serve da prestito per le imprese. Una sorta di anticipo per poter avere la liquidità che consenta di riaprire i cantieri bloccati. Le fondamenta per questo passaggio di risorse è però rappresentato da un altro soggetto, che può essere una banca, o un’attività che paga ingenti tasse, e che sia interessato ad acquisire i crediti di imposta già maturati dalle imprese. Tali crediti edilizi verranno incamerati dalle banche o dagli altri soggetti professionali e poi scalati dalle tasse che dovranno versare. La restituzione del prestito alla Regione non avverrà attraverso i crediti, ma in euro. E questo passaggio di fatto supera il divieto imposto dal nuovo decreto del Governo.

I prestiti che la Regione concederà alle imprese, almeno in questa prima fase (in attesa di trovare uno strumento ancora più efficace), saranno destinati alle società di capitali e agli operatori economici in forma aggregata, consistenti in raggruppamenti di imprese che si impegnano a operare in modo congiunto nel settore dei contratti pubblici e privati. In sostanza i lavori sul bonus 110 devono avere una certa consistenza: la ciambella di salvataggio al momento non è lanciata verso la piccola ditta che fa il cappotto e il fotovoltaico alla villetta unifamiliare. Questo tipo di sostegno sarebbe stato possibile con l’acquisizione diretta dei crediti fiscali da parte della stessa Regione, senza questo complesso meccanismo di credito di filiera.

Lo strumento finanziario che la Regione mette in campo è la Sfirs, e il Fondo Sardinia Fintech: si tratta di un prestito concesso da una SPV (Special Purpose Vehicle), convenzionata con il Fondo Sardinia Fintech, a fronte della cessione dei crediti fiscali, la cui provvista verrà raccolta dagli investitori mediante l’emissione di uno o più titoli ABS (Asset Backed Security) da collocare nei mercati regolamentati. Il Fondo Sardinia Fintech interverrà in qualità di investitore istituzionale nella sottoscrizione dei titoli .


 

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