La Nuova Sardegna

Le primarie in Sardegna

Caso chiuso: Piero Comandini è il nuovo segretario regionale del Pd

di Umberto Aime

	Piero Comandini e Giuseppe Meloni, la stretta di mano dopo il confronto che ha preceduto le Primarie
Piero Comandini e Giuseppe Meloni, la stretta di mano dopo il confronto che ha preceduto le Primarie

Superato Giuseppe Meloni per il numero dei delegati: 66-64. Il perdente ha ottenuto tremila voti in più: 18.581 contro i 15.527 del neo eletto

02 marzo 2023
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Cagliari L’ultima incertezza è stata spazzata via dalla commissione elettorale. È Piero Comandini, cagliaritano, 62 anni ad agosto, il nuovo segretario regionale del Partito democratico. Quattro giorni dopo le Primarie di domenica, è arrivata la tanto attesa ufficialità. È stata un vittoria al fotofinish per 66 delegati a 64 sul gallurese Giuseppe Meloni, lo sfidante. Di fatto, vista la composizione delle due liste, anche quest’ultimo verdetto può essere letto come una sorta di rivoluzione e neanche troppo lontana, nei contenuti, dal successo ottenuto da Elly Schlein su Stefano Bonaccini per la segreteria nazionale. Perché per la prima volta, nella storia del Pd sardo, a essere in minoranza sarà la corrente dei «Riformisti» dell’ex senatore Antonello Cabras, che sosteneva Meloni, mentre finora era stata sempre alla guida del partito, almeno dai primi anni Duemila in poi. Stavolta, invece, l’Assemblea sarà a favore della coalizione che era schierata con Comandini e formata da «Sardegna futura» di Gavino Manca, Franco Sabatini, Siro Marrocu e Giovanni Giagu, dalla Sinistra di Maria Francesca Fantato, Luigi Lotto e Ignazio Angioni e dai soriani.

Volata finale La commissione elettorale, presieduta da Sebastiano Mazzone, ha lavorato fino all’ultimo per sbrogliare prima il caso delle schede contestate a Quartu e poi quello dell’attribuzione dei seggi nel collegio della Gallura. Però, rispetto all’annuncio di domenica notte, nulla è cambiato. Pur avendo ottenuto più voti in assoluto 18581 contro 15527) Giuseppe Meloni ha perso la gara decisiva per l’assegnazione dei 130 seggi nell’Assemblea regionale del Pd. Lo scarto finale a suo sfavore è stato di appena due delegati, dopo il calcolo dei quozienti pieni e quello ancora più complicato dei numeri decimali, cioè i resti. Alla fine a spostare la bilancia da una parte o dall’altra sono stati proprio gli otto seggi non assegnati in prima battuta.

La spartizione Grazie al quoziente pieno, Meloni ha vinto nei collegi di Sassari (15 delegati a 11), Nuoro (8 a 3), della Gallura (13 a 1) e in Ogliastra (2 a 1). Comandini s’è rifatto in quelli di Cagliari (28 a 15), Oristano (7 a 4), del Medio Campidano (5 a 2) e del Sulcis (5 a 4). Nella prima tabella, quindi, Meloni era in testa e con due delegati di vantaggio, 62 a 60. Ma a condannarlo alla sconfitta è stato il calcolo dei resti e degli otto seggi rimasti appesi a un sottile filo di voti. È stato proprio questo secondo passaggio, nella conta finale, ad aver deciso il testa a testa. Comandini ha effettuato il sorpasso proprio grazie ai sei delegati conquistati all’ultimo momento, uno dopo l’altro, a Cagliari, Sassari, in Gallura, nel Medio Campidano, nel Sulcis e in Ogliastra. Mentre Meloni, in questa sorta di tempi supplementari, ha conquistato solo due seggi, a Nuoro e Oristano. Tirate le somme, è finita 66 a 64 per Comandini.

La proclamazione Fra una decina di giorni sarà convocata l’Assemblea regionale, che dovrà ratificare per acclamazione l’elezione di Piero Comandini, consigliere regionale alla seconda legislatura consecutiva, così come Giuseppe Meloni.

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