La Nuova Sardegna

Sos Enattos

Einstein telescope, le accuse di Confindustria: «Olanda molto più avanti di noi»

di Francesco Pirisi
La miniera di Sos Enattos
La miniera di Sos Enattos

Gianni Bitti: «Dobbiamo recuperare subito. L’attentato è stato un atto vile»

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Nuoro «L’atto intimidatorio, vile e inqualificabile, ha rafforzato l’unità del territorio e di tutta l’isola sul progetto di ricerca dell’Einstein telescope». Lo afferma Gianni Bitti, presidente di Confindustria Sardegna centrale, mentre parla dell’attentato, per fortuna solo abbozzato, di qualche giorno fa nelle miniere dismesse di Sos enattos, a Lula, che potrebbero ospitare l’avvenieristico impianto europeo destinato alla rilevazione delle onde gravitazionali. Un progetto per il quale entro il 2024 la Commissione europea deciderà se realizzarlo appunto alle pendici del Montalbo, oppure collocarlo nel Limburgo, la provincia olandese che fa parte dell’euroregione Mosa-Reno. Il presidente Bitti spinge ad andare oltre. Anzi, la sua preoccupazione è che l’attesa del pronunciamento non si traduca in un tempo morto. Secondo il dirigente di Confindustria sarebbero fondamentali, proprio ora, un paio di passaggi.

Il primo dovrebbe arrivare dal governo: «Deve ufficializzare al più presto la candidatura italiana di “Sos enattos” quale sede dell’Einstein telescope e al tempo stesso – continua il presidente degli industriali nuoresi – fare chiarezza sulla presenza del parco eolico, autorizzato dal precedente Governo, e che secondo la comunità scientifica sarebbe incompatibile con l’Einstein telescope». Rumori e movimenti delle pale romperebbero il silenzio nella profondità delle miniere, che ha portato fisici e geologi a guardare a Lula come luogo privilegiato per fare nascere il centro di studio del cosmo e dei suoi “battiti”. Per l’altra iniziativa, Confindustria chiama in causa la Regione perché riguarda l’infrastrutturazione dell’area di Sos Enattos e del territorio circostante. «Il silenzio della miniera di Lula – rimarca il presidente – è un punto di forza, ma è anche un fattore di isolamento, che va colmato. Per mettere i presupposti alla realizzazione dell’impianto di osservazione delle onde gravitazionali – continua il presidente – bisognerà costruire infrastrutture, servizi e connessioni. A cominciare dalle strade ma anche dalla banda ultra-larga, necessaria per le comunicazione digitale». Lavori da realizzare subito, «sia perché è bene arrivare pronti, sia perché, a prescindere dal risultato della candidatura, si avrebbero ritorni rilevanti, e futuri progetti potrebbero comunque essere sviluppati a Sos enattos». Ma la preoccupazione del presidnete della sezione nuorese di Confindustria è focalizzata sull’estrema organizzaziomne degli “sfidanti” di Paesi Bassi, Belgio e Germania che possono mettere sul piatto della bilancia anche i maggiori servizi e le infrastrutture a supporto dell’impianto: «Nell’euroregione Mosa-Reno – afferma Bitti – i governi di Belgio, Olanda e Germania stanno destinando cospicue risorse per accrescere le potenzialità del sito. Così da attrarre nuovi investimenti, favorire partenariati pubblico-privati nell’ambito di un ecosistema virtuoso tra università ed enti di ricerca, piccole e medi imprese». In attesa di nuove notizie da Roma e Bruxelles, qualche informazione sulla candidatura sarda potrebbe arrivare dalla riunione del partenariato, di enti e istituti di ricerca, convocata per il 15 marzo dal sindaco di Lula, Mario Calia.
 

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