Irgoli, da detenuto modello per 13 anni a feroce aggressore della compagna
Condannato per aver ucciso la cognata, Bastiano Secci era uscito in anticipo per buona condotta. Tornato in paese, faceva il macellaio, conviveva e progettava il matrimonio con la donna che sabato ha massacrato di botte
Irgoli Tredici anni in carcere, tra Badu ’e Carros e Macomer, trascorsi da detenuto modello. Tranquillo, lavoratore, rispettoso: così lo descrive chi ha avuto occasione di incontrarlo, mentre scontava i sedici anni di pena definitiva per aver ucciso la cognata Maria Antonietta Masala, a Orosei, nel 2008.
Sullo sfondo – era una delle ipotesi in campo – un movente legato ai soldi. Poi l’uscita anticipata dal carcere, tre anni fa, ottenuta anche grazie alla buona condotta. E il rientro nel suo paese, Irgoli. Là dove è nato, è cresciuto, e dove abita la sua famiglia di origine.
Bastiano Secci, 55 anni, macellaio, era tornato nel suo paese natale tre anni fa, e sin dall’inizio aveva trascorso una quotidianità semplice, fatta di uscite, di chiacchiere al bar, e di qualche lavoretto saltuario.
Tra gli altri impieghi trovati, negli ultimi anni, risulta anche quello da macellaio occasionale, tra market e rivendite del paese. Ma non molto di più: erano tutti lavori precari.
Tant’è che da qualche tempo, proprio per sbarcare il lunario e poter contare su una entrata sicura e una mano d’aiuto, aveva avviato le pratiche per ottenere il reddito di cittadinanza o comunque qualche altro sussidio sociale.
Ma non aveva ancora ricevuto risposte precise e sicure circa l’esito del percorso. E due anni fa nella sua vita era entrata una donna. Dopo non molto tempo i due avevano deciso di andare a convivere nella casa di lei, in via Grazia Deledda, a neanche duecento metri dalle scuole di Irgoli. L’ingresso della casa ieri era delimitato dal nastro segnaletico sistemato la notte prima dai carabinieri che sono intervenuti dopo che è scattato l’allarme.
La coppia aveva un progetto di vita pronto al decollo: erano decisi a sposarsi. I due avevano già avviato il percorso e i documenti necessari, e a ottobre si sarebbero dovuti unire con il rito civile.
La donna, nel frattempo, continuava a lavorare. Sino al drammatico epilogo dell’altra notte. (v.g.)