La Nuova Sardegna

Nuova invasione

È già allarme per le cavallette, il caldo fa schiudere le prime uova nella piana di Ottana

di Michela Columbu
È già allarme per le cavallette, il caldo fa schiudere le prime uova nella piana di Ottana

Segnalazioni dei tecnici di Laore: partono le contromisure. Il territorio interessato è di circa 35-40 mila ettari, ma il dato è variabile

24 marzo 2023
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Ottana L’anticipo di primavera ha portato alla prima schiusa delle uova di dociostaurus maroccanus nel territorio di Ottana. Di fatto è il quinto anno che il fenomeno interessa il centro Sardegna. Due giorni fa «i tecnici impegnati nel monitoraggio hanno rilevato la schiusa delle prime uova e la fuoriuscita delle giovani neanidi di cavallette». Lo comunica Laore, impegnata nell’attività di controllo e monitoraggio di un territorio vastissimo. 26 i comuni interessati ricadenti nel nuorese, nell’alto oristanese e nel sassarese che a questo giro testeranno la macchina operativa della Regione Sardegna che ha stabilito la centrale operativa a Noragugume per coordinare gli interventi.

Una fase delicatissima questa, che le alte temperature hanno fatto anticipare di almeno 10 giorni. E c’è preoccupazione per la portata della nuova invasione che se non opportunamente contrastata potrebbe avere dimensioni ancora più catastrofiche.

«Per questo è fondamentale la collaborazione di tutti gli attori coinvolti» fa sapere Marcello Onorato, direttore di Laore. Sua la firma sulla comunicazione arrivata agli uffici protocollo dei Comuni ieri mattina, che appunto ha ufficializzato l’avvio della campagna di intervento mirato. «Interveniamo con la deltametrina - spiega Marcello Onorato -, mentre nei terreni in biologico abbiamo ottenuto un importantissima deroga all’utilizzo del piretro, grazie all’intervento del Prefetto di Nuoro che ha fatto la richiesta al Ministero della Sanità. Possiamo stimare un territorio interessato di circa 35 o 40 mila ettari, un dato purtroppo variabile dal momento che le cavallette possono spostarsi dai 30 ai 70 chilometri».

E se tanto estesa è l’area da monitorare, fondamentale è il lavoro dei tecnici di Laore e Forestas, a cui si aggiungerà il rinforzo che arriverà dai barracelli e dal Corpo Forestale e Vigilanza ambientale, questi ultimi impegnati nel compito di sensibilizzazione della popolazione e delle aziende, che porterà il numero di coloro che faranno il monitoraggio a oltre 150 persone.

Ma come si sono preparati i territori alla nuova possibile invasione? «Abbiamo fatto formazione - spiega ancora il direttore di Laore -, attraverso sette incontri nei centri colpiti più importanti e abbiamo spiegato agli agricoltori e allevatori come utilizzare l’app Deomarco: uno strumento importante che serve per geolocalizzare le schiuse delle cavallette. Una volta mandata la segnalazione, questa arriva al centro operativo a Noragugume, e qua si inviano gli operatori specializzati nella disinfestazione. È una ditta privata che se ne occupa con circa 50 persone che si recano nei punti interessati dalle schiuse».

A servizio delle fasi di contrasto un parco macchine apposito: «venticinque macchine a terra, tre quod e dieci pompe spallate» spiega ancora Onorato. E le previsioni? Difficile per il tecnico fare una stima di come andrà questa nuova invasione che dipende da molteplici fattori. Quel che è certo è che l’impegno è massimo, anche perchè lo stanziamento economico della Regione Sardegna è considerevole: con una spesa di 3 milioni 930 mila euro per le attività di lotta integrata contro le infestazioni acridiche in Sardegna, come stabilito nella delibera del 16 febbraio scorso. «Siamo in contatto con l’esperto della FAO Alexandre Latchininsky - conclude Onorato -. Nemmeno lui può fare previsioni certe su come andrà». Intanto i sindaci sono in allarme. Per il sindaco di Oniferi sarà fondamentale il monitoraggio delle terre pubbliche. «Nel caso di Oniferi - spiega - sono estese per oltre 1400 ettari».

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