La Nuova Sardegna

Malasanità

Liste d’ attesa ancora interminabili in Sardegna, il Pd: «Fondi spariti, basta con i bluff»

di Claudio Zoccheddu
Liste d’ attesa ancora interminabili in Sardegna, il Pd: «Fondi spariti, basta con i bluff»

Regione sotto accusa. Ganau: «Senza esito gli interventi annunciati lo scorso anno»

05 aprile 2023
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Sassari I tempi erano lunghi anche prima della pandemia. Il Covid, poi, ha materializzato il disastro nella lunghezza biblica delle liste d’attesa della sanità. Con la complicità della Regione, prontissima ad annunciarne l’abbattimento, molto meno a realizzarlo. Nell’isola, per effettuare una risonanza magnetica, sempre che si riesca a fissare un appuntamento, può volerci anche un anno. Idem per colonscopie, ecografie, ecodopler e una lunga serie di esami che, in caso di emergenza, dovrebbero essere disponibili in una decina di giorni. Dicono così le linee guida della sanità nazionale che, evidentemente, in Sardegna non hanno valore. Non investire sulla prevenzione può diventare la cronaca di un disastro annunciato, perché non tutti possono permettersi le visite dai privati ma una volta che le condizioni di salute peggioreranno, non ci sarà alternativa al ricovero in ospedale.

Gli annunci La Regione sembrava pronta a risolvere la situazione, come avevano dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, l’ex assessore alla Sanità, Mario Nieddu, e l’attuale assessore Carlo Doria, in almeno due occasioni. La prima era una dichiarazione congiunta Solinas/Nieddu che il 10 settembre del 2022 annunciavano la distribuzione di 8 milioni di euro per i piani della specialistica ambulatoriale: «L’abbattimento dei tempi d’attesa delle prestazioni sanitarie è una priorità sulla quale stiamo ponendo la massima attenzione. Questo nuovo provvedimento testimonia ancora una volta il nostro impegno per garantire a tutti i sardi il diritto alle cure e all’assistenza». Il 3 dicembre del 2022 era stato Carlo Doria ad annunciare una nuova “rimodulazione del piano d’abbattimento delle liste d’attesa”, questa volta destinando 7 milioni di euro non spesi dalle aziende sanitarie alle strutture private che “potranno dare un contributo importante in termini di abbattimento delle liste d’attesa”.

La polemica A distanza di mesi, nulla sembrerebbe essere cambiato. «Ad oggi – spiega il deputato del Pd Silvio Lai – quelle risorse non sono state rese disponibili per i cittadini. Che fine hanno fatto nel 2022 e che fine hanno fatto nel 2023? Inoltre – conclude Lai – siamo la peggiore regione per esami perduti nel 2022, ad eccezione della Valle D’Aosta».

«È scandaloso che siano ancora senza esito gli interventi annunciati e per i quali sono state stanziate le risorse risalenti a 7 e 4 mesi fa, sono cure e prestazioni diagnostiche che vengono sottratte dalla disponibilità dei cittadini – sottolinea Gianfranco Ganau, capogruppo del Pd in Consiglio regionale –. Si tratta di un ritardo la cui responsabilità deve essere chiarita se è dell’assessorato e dell’azienda sanitaria, l’Ares, che ha titolo a predisporre i piani e i contratti. In altri tempi, e sempre in questa legislatura, sono bastati due mesi, con i protagonisti precedenti, ora siamo a 7 mesi e senza un risultato, dopo aver cambiato assessore, direttore dell’assessorato, direttore dell’azienda unica, e direttore del servizio committenza, dopo la fuga in un ente agricolo. Insomma mandati via quelli che almeno sapevano lavorare, il sistema regionale è ridotto in condizioni di inagibilità assoluta».

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