Tragedia nel Golfo dell'Asinara

I vari punti oscuri: la barca, il luogo del naufragio, le strane ferite sul cadavere

I vari punti oscuri: la barca, il luogo del naufragio, le strane ferite sul cadavere

L’interrogatorio del superstite potrà fare chiarezza

26 aprile 2023
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Sassari I naufragi si portano dietro misteri, in alcuni casi restano tali per sempre. In altri la ricerca della verità può essere favorita solo dalle testimonianze dei sopravvissuti. E la storia di Giovannino Pinna (il superstite) e Davide Calvia (la vittima) ha ancora troppe caselle che non hanno trovato la giusta collocazione. Si può provare a riavvolgere il nastro e partire dal principio. Dal giorno precedente al naufragio.

Martedì 11 aprile Davide Calvia messaggia con una sua amica, dice di essere a Stintino e invia come prova una foto poco prima delle 21.30. Si vede un parabordo, niente di più, impossibile identificare la barca.

Mercoledì 12 É il giorno del naufragio. I due cugini partono da Porto Torres con la barca che risulta sparita (l’unica) e della quale il proprietario denuncia il furto? Di certo c’è che viene rinvenuta la moto, uno scooter nero con il quale Giovannino e Davide sarebbero arrivati nel porto turritano. E una delle telecamere riprende due persone che passano più volte davanti alla barca che poi sparisce nel nulla.

Sos Dalle informazioni disponibili risulta che la chiamata alla centrale operativa della Capitaneria arriva poco prima delle 16. É pieno giorno. A fare la telefonata sarebbe Giovannino Pinna, dice che imbarcano acqua. I riferimenti che vedono a terra sarebbero Pozzo San Nicola e la centrale di Fiume Santo. Riferisce anche che stanno indossando i giubbini salvagente e che stanno per buttarsi in mare per attendere i soccorsi. Il numero chiamante da qual momento non risponde più (potrebbe essere scarico o finito in acqua?).

Soccorsi La macchina è collaudata e di alta professionalità. Si mette in moto nello spazio di pochi minuti: guardia costiera, vigili del fuoco, sommozzatori, elicottero. Vengono impiegate tutte le tecnologie disponibili. Nel luogo segnalato (di Ezzi Mannu) però non si trovano i naufraghi e neppure la barca. Non ci sono segnali galleggianti. Le ricerche proseguono fino a tarda sera su un fronte che viene progressivamente ampliato. Niente, neppure con l’impiego degli infrarossi. Il vento è di libeccio. L’ipotesi è che non sia stato indicato il luogo preciso del naufragio. Le ricerche vengono sospese e riprendono l’indomani, in mare e a terra.

Marritza Dalle prime indagini emerge che la chiamata dal cellulare di Giovannino Pinna ha attivato la cella di Marritza, quindi dalla parte opposta al punto di naufragio. É un altro mistero.

Giovedì 13 Poco dopo le 20 viene trovato Giovannino Pinna, è sulla battigia a Porchile, al nono pettine. E semi assiderato, ma vivo. Non ha segni particolari sul corpo. Indossa la muta. Dice che anche Davide ne ha messo una. Più tardi emerge che i due avrebbero nuotato insieme davanti alle petroliere, che vedevano la torretta. Poi il giubbotto di Davide si sarebbe sganciato. Ma non c’è certezza.

10 giorni Tra falsi allarmi e speranze si arriva alla mattina di sabato 12. Un sub nel litorale di Lu Bagnu vede un corpo galleggiare. L’intervento è immediato, viene recuperato. Poche ore più tardi l’ufficialità: è quello di Davide Calvia. Viene disposta l’autopsia che rivela traumi sospetti. Ora c’è attesa per l’interrogatorio di Giovannino Pinna. (g.baz.)

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