Shardana Boxing

L’olimpionico Cammarelle: «Coraggio e spirito di sacrificio: voi sardi siete gli irlandesi d’Italia»

di Gianni Bazzoni
Da sinistra: Tore Erittu, il direttore della Nuova Giacomo Bedeschi e Roberto Camarelle
Da sinistra: Tore Erittu, il direttore della Nuova Giacomo Bedeschi e Roberto Camarelle

Un passaggio al volo alla redazione della Nuova Sardegna dove ha incontrato il direttore Giacomo Bedeschi e i redattori

07 maggio 2023
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Sassari La Sardegna la porta nel cuore e ogni volta che chiama lui cerca di fare di tutto per essere presente. Roberto Cammarelle, oro e argento olimpico, oggi leader del gruppo sportivo delle Fiamme Oro, non è uno che se la tira. Ieri era alla manifestazione a Sassari: foto e abbracci senza risparmiarsi, un passaggio al volo alla redazione della Nuova Sardegna dove ha incontrato il direttore Giacomo Bedeschi e i redattori.

«É un piacere ritornare qua, sono legato a Porto Torres soprattutto al grande maestro Alberto Mura, e nel periodo più recente a tanti pugili tra cui Tore Erittu che mi ha invitato a organizzare con lui questo evento, ma anche altri che faremo in futuro. So che non è facile arrivare in Sardegna per una serie di motivi, ma vale la pena».

La Sardegna terra di pugili, da sempre. «Io li chiamo gli “irlandesi italiani” – dice Cammarelle –, indomabili, vogliono sempre vincere e andare avanti quando combattono. E quindi meritano una attenzione che possa fare emergere sempre più ragazzi. Io ci sono e voglio dare il mio contributo perché mi fa piacere aiutare la terra sarda, e il pugilato italiano che ne ha bisogno».

Poi un pensiero alla funzione sociale della boxe. «C’è sempre stata, il pugilato ha nel suo Dna la funzione sociale, forse adesso l’abbiamo comunicata meglio e incanalata. Ma è giusto ricordare che la boxe ha sempre raccolto i suoi atleti in zone borderline, quindi posso dire che la sua funzione sociale è innata. Adesso abbiamo capito che possiamo affiancarci nelle scuole e sostenere tante iniziative, a cominciare da quelle contro il bullismo. Riusciamo a fare cose che ci danno finalmente il giusto riconoscimento. Ma noi li abbiamo sempre avuti questi valori».

Una figura semplice ma carica di significati e che incute fiducia quella di un campione come Cammarelle. «Io spero di trasmettere la mia grande passione e anche lo spirito di un combattente che ce l’ha fatta – racconta il campione olimpico di Pechino del 2008 –,e mi fa piacere che i giovani mi vedano come un esempio da emulare».

Il rapporto con Tore Erittu, una amicizia che si rafforza nel tempo. «Ho avuto la fortuna di stare insieme a Tore in questo torneo Gym boxe e vedere la gente, la gioia che gli dà il pugilato. É meraviglioso che tanti praticanti indichino la mia persona come uno dei massimi esponenti della loro passione sportiva. A volte è più egoistica la cosa: sono io che ho piacere a stare con loro più che loro con me. E poi faccio foto con tutti, do grande disponibilità. Sto bene con la gente, e qui in modo particolare».

Il maestro Alberto Mura, quello che gli ha fatto conoscere la Sardegna «e ha fatto in modo che io stessi sempre bene, come a casa mia». E l’impegno: «Con Tore vogliamo organizzare un evento a scadenza annuale come faceva Alberto che ogni anno riusciva a portare gente di livello internazionale e fare conoscere agli altri il bellissimo posto in cui amava vivere. Questa è anche la nostra volontà in ricordo e con l’esempio di Alberto Mura».

Infine la speranza sarda targata Fiamme Oro. «Federico Serra è uno degli ultimi acquisti del Gruppo sportivo, abbiamo ambizioni grandi con lui, ambizioni olimpiche. É molto forte nei 51 chili. A giugno c’è il primo torneo di qualificazione e spero che lui riesca già a staccare il pass, ha un anno per prepararsi per Parigi 2024 e dare soddisfazione alle Fiamme Oro, alla Sardegna e all’Italia intera».


 

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